«Partiamo da Genova». Ci partirono già in mille, appuntamento allo scoglio di Quarto, nella notte tra il 5 e il 6 maggio del 1860. «Io ci sto andando ora, a Genova. E vediamo se anche i Cinque Stelle vogliono iniziare a darci una mano a mandare a casa i sindaci del Pd che hanno fatto disastri sulle questioni di immigrazione, sicurezza e rom. Passino dalle parola ai fatti, allora vorrà dire che fanno davvero sul serio». Luca Pirondini, l'unico candidato legato a Beppe Grillo, ha già detto che voterà scheda bianca e lascerà liberi gli elettori di scegliere chi preferiscono. Il grillino schiacciato dalle faide interne non ha espresso una preferenza né per il candidato del centrodestra Marco Bucci, né per il suo inseguitore, Gianni Crivello, uomo dell'apparato Pd. Salvini sorride: «Vediamo, aspettiamo il 25 giugno per capire se scherzano o fanno sul serio».
Così il segretario della Lega porge ancora la mano a Beppe Grillo, stavolta lo fa dall'alto di un voto amministrativo che ha visto il centrodestra e il Carroccio vincenti. E che ha registrato un prevedibile crollo del Movimento Cinque Stelle. Seguito, poche ore dopo, da una serie infinita di ammiccamenti dei pentastellati verso i leghisti: dai sindaci di Roma e Torino, dal blog di Beppe Grillo, dalle dichiarazioni di deputati e senatori, dalle alzate di sopracciglia di Davide Casaleggio. Salvini ha ascoltato, certo: «A parole ci stanno venendo incontro su alcuni temi, come la sicurezza o l'immigrazione. A parole è già un passo avanti, ma ora vediamo se si passa ai fatti. Se, conseguentemente, ci danno una mano a cacciare i sindaci del Pd che hanno fatto disastri allora vorrà dire che fanno sul serio». Ma come si potrà fare una grande alleanza tra centrodestra e grillini? «No, su tanti fronti la vediamo in maniera diversa: loro pensano ai redditi per chi sta a casa, io penso a ridurre le tasse per chi lavora. Però, per quanto riguarda la sicurezza, almeno a parole, sono meno pro invasione rispetto al Pd. Detto questo non ho incontrato nessuno e non ho telefonato a nessuno». Ah, già eccoci a uno dei temi della giornata: il presunto incontro tra Davide Casaleggio e Matteo Salvini. Si sarebbe svolto una decina di giorni fa per trovare un'intesa sulla nuova legge elettorale, naufragata poco dopo alla Camera. Lo sosteneva ieri La Repubblica, è smentito da tutti. Con una semplice nota dalla Lega, da una dichiarazione di Davide Casaleggio e dall'ira in Rete di tutti i grillini, con Di Maio e Fico che chiedono la testa del direttore Calabresi e poi lo querelano, con lo stesso Calabresi che difende la veridicità della sua notizia. Casaleggio lo sfida: «Dia le prove o querelo». Nega anche Salvini, con ironia: «Non sono andato in Nepal, non ho incontrato Casaleggio e non so fare surf» Concentriamoci sul secondo punto. «Non c'è stato, siamo all'assurdo e vorrei rispondere con altre assurdità, sono ore che continuo a smentire una pura invenzione.
Non so neanche dove sia l'ufficio di Casaleggio a Milano». È in via Morone. «Bene, magari in futuro ci incontreremo, ma in passato non è mai avvenuto. Se fosse avvenuto non sarebbe un mistero, non siamo soliti incontrare la gente di nascosto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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