"Salvini spieghi" "Era col Pd...". Ora scoppia la rissa sulla spia

Romano (Pd) attacca la Lega dopo l'inchiesta di Repubblica sul caso di Walter Biot. Ma dal Carroccio accusano: "Era al ministero con il Pd"

"Salvini spieghi" "Era col Pd...". Ora scoppia la rissa sulla spia

Dal caso di spionaggio allo scontro politico il passo è breve. Tutto entra a far parte del tritacarne parlamentare e l'affaire Walter Biot non fa eccezione. In ballo c'è la Russia, ci sono gli Stati Uniti e c'è l'Italia. Un triangolo geopolitico troppo grande per evitare che tutto resti nell'ombra. Ed è chiaro che l'esposizione immediata di soggetto, metodi e rete di spionaggio avesse anche un (abbastanza chiaro) scopo molto più concreto, legato alla politica interna, oltre che internazionale. Il messaggio dell'arresto aveva infatti due indirizzi: quello di Washington, con l'Italia che si è mostrato perfettamente integrata nelle logiche Nato richieste dalla Casa Bianca; ma anche quello di Roma, e che riguarda tutti i partiti che fanno parte dell'Emiciclo.

Lo scontro all'interno del governo italiano, a questo punto, appariva inevitabile. Come inevitabile il coinvolgimento di due tra i partiti che sostengono Mario Draghi: Lega e Movimento 5 Stelle. E con il Partito democratico a fare da censore di qualsiasi legame con i russi. La prova è arrivata oggi con le parole di Andrea Romano, deputato del Pd, che punta il dito contro Matteo Salvini: "Salvini deve chiarire al più presto i rapporti tra la Lega e Aleksej Nemudrov, il diplomatico russo che insieme a Dmitri Ostrouchov coordinava la rete spionistica che avrebbe arruolato l'ufficiale infedele Walter Biot e che è stato recentemente espulso dal nostro paese". Romano cala l'asso e cita l'inchiesta di Repubblica: "Oggi il quotidiano Repubblica, in un’inchiesta di grande qualità, ricostruisce i rapporti assidui e continuati che nel corso degli anni sono intercorsi tra Nemudrov, la Lega e Gianluca Savoini: l’ex portavoce di Salvini, fondatore dell’associazione filo-putiniana Lombardia Russia già implicato nell’incontro all’hotel Metropol di Mosca", chiedendo che non sia lasciata alcuna ombra sui presunti legami di via Bellerio con Mosca.

Accuse a cui rispondono fonti della Lega: "L'unica certezza in questa brutta storia è che Biot, il militare italiano che ha tradito, lavorava al ministero della Difesa quando il ministro era del Pd. Letta chiarisca". Il Carroccio fa riferimento alle voci su un presunto coinvolgimento di Biot nello staff dell'allora ministro Pinotti. Accuse cui il gruppo Pd al Senato ha risposto con una nota ricordando che il capitano di fregata "ha lavorato, su designazione delle Forze Armate, nella sezione internazionale della Pubblica informazione del dicastero della Difesa, dal dicembre del 2010 all’agosto del 2015".

Il polverone politico rischia però di allargarsi a macchia d'olio. E non riguarda certo solo la Lega. Le accuse di avere legami con Mosca, infatti, sono un pericoloso boomerang politico per chi ritiene di esserne completamente estranea. E rischia di ritorcersi contro. Basti ricordare alcuni passaggi della recente storia italiana. Quando il Pd appoggiava il governo Conte, l'Italia fu attraversata in lungo e largo da squadre di militari russi fino ad arrivare a Bergamo. Parliamo di una spedizione che ha avuto un'enorme eco nei comandi Nato e americani: perché l'immagine di un convoglio russo dentro un Paese atlantico non era piaciuto a molti Oltreatlantico. E sempre per quanto riguarda le accuse rivolte alla Lega, non va dimenticato che l'altro alleato del Pd, il Movimento 5 Stelle, è stato più volte additato di essere filo-russo ai tempi in cui si comportava da partito populista. Accuse che, per fare un esempio, lo stesso Joe Biden aveva messo nero su bianco insieme al suo consigliere Michael Carpenter in un articolo apparso anni fa su Foreign Affairs. Una rivista che rappresenta, di fatto, la politica estera statunitense.

In attesa di riscontri delle indagini da parte della magistratura, il rischio è quindi trasformare il caso Biot in un caso politico, ad uso e consumo della pancia del Paese e degli spot elettorali.

Un problema di non poco conto se si pensa ai profondi legami che uniscono Italia, Russia e Stati Uniti e che certamente non meritano di finire nella logica dei partiti. Di mezzo ci sono cose molto più grandi di un attacco a un alleato di governo, dall'onore delle Forze Armate alla nostra politica estera.

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