"La palla ora sta al Pd". Matteo Salvini si dice "disponibile a chiudere la partita" sul Ddl Zan anche "domani", a patto che i dem e i grillini vogliano riaprire il dialogo sui temi controversi.
"Se Pd e M5S continuano nella loro battaglia ideologica non fanno il bene di coloro che vogliono proteggere. Se c'è la volontà di dialogare noi ci siamo, se invece c'è la volontà di chiudersi nel proprio recinto la legge non si approva", ha precisato il leader della Lega a margine della Manifestazione nazionale Ucpi-Unione delle Camere Penali Italiane. "Noi siamo disposti domani a chiudere un testo che punisca violenze e abusi e che non inventi nuovo reato di opinione", ha ribadito Salvini che ha difeso la presa di posizione del Vaticano:"Non è una intromissione o un'ingerenza. Il Papa potrà dire come la pensa". Ma non solo. "Le richieste della Chiesa sono le nostre, vogliamo un testo che punisca pesantemente ogni discriminazione e abuso togliendo gli argomenti divisivi", ha concluso Salvini, spiegando ancora una volta che così com'è "il testo non passa".
Al momento le posizioni in campo sembrano alquanto cristallizzate. Ieri, come ricorda il Messaggero, non è stato trovato un accorso in commissione giustizia al Senato sul testo base del Ddl Zan che si deciderà quando calendarizzare solo il prossimo 6 luglio. Nel frattempo la politica si divide ancora sulla lettera inviata dal Vaticano all'ambasciata italiana lo scorso 17 giugno. Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustistizia, intervenendo nel corso del programma Agorà di Raitre, ha precisato: "Ogni Stato ha diritto di contestare la presunta violazione dei trattati: diverso è se questi rilievi hanno la pretesa di ingerirsi nelle attività parlamentari di un Paese democratico". Il forzista, in totale sintonia con quanto detto ieri dal premier Draghi, ha ribadito che il Parlamento è sovrano"ma - ha aggiunto - resta il fatto che in questo momento dovremmo avere a cuore altre priorità, a cominciare da quelle riforme strutturali dalle quali dipendono i fondi europei". Sisto ha chiesto di evitare"prima di avere messo in cascina le riforme indispensabili, temi divisivi, che possano ritardare, se non compromettere, il raggiungimento degli obiettivi principali per cui questo governo ha ragione di esistere". Anche Paolo Gentiloni ha condiviso le parole di Draghi e, da commissario europeo all'Economia, ha ricordato "che la non discriminazione sulla base degli orientamenti sessuali, fa parte dei nostri principi fondativi". Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera, invece, ha confermato la netta opposizione dei meloniani alla legge contro l'omotransfobia: "Ci sono accordi che l'Italia deve mantenere con Stati esteri come il Vaticano ma sul Ddl Zan il principio della libertà di espressione è totalmente violato, va corretto, non si può vincolare la libertà di espressione ed è su questo che ci batteremo".
Il senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia a Palazzo Madama, intanto, ha annunciato di aver convocato per mercoledì prossimo
un tavolo di lavoro, con i presidenti dei gruppi di maggioranza: "Vediamoci, anche in streaming, - ha detto - per agevolare tutti, confrontiamoci nel merito del testo e insieme troviamo la soluzione migliore".
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