Tre personaggi che trascinano due pale, un secchio con un sacchetto azzurro, un piede di porco e un altro arnese di lavoro e si allontanano verso i campi dietro casa della famiglia Habbas.
È un quadro inquietante quello che emerge dalla visione delle telecamere di sorveglianza, passate al setaccio dai carabinieri del Nucleo investigativo di Reggio Emilia e della Compagnia di Guastalla, che da giorni cercano senza sosta Saman, la diciottenne pakistana, scomparsa da Novellara, nel Reggino, dopo aver denunciato i genitori, che volevano costringerla a sposare il cugino.
Il video del 29 aprile sembrerebbe confermare il timore degli investigatori e avvalorare il sospetto che la ragazza sia stata uccisa per essersi opposta alle nozze e il corpo sepolto per ritardarne il ritrovamento. La procuratrice di Reggio Emilia, Isabella Chiesi, ha fatto sapere che «è stato predisposto un piano di ricerca dei fuggitivi, i familiari di Saman Habbas», e che sono partite le ricerche anche del corpo della ragazza «nelle immediate vicinanze della sua abitazione, anche mediante lo svuotamento dei canali di irrigazione, avvalendosi sia di squadre cinofile che dei vigili del fuoco». «Allo stato non è stato rinvenuto nulla - ha chiarito il pm -. Le indagini proseguono per accertamenti e individuazione certa degli indagabili e della persona offesa anche all'estero. A tal fine sono già stati attivati i canali della cooperazione internazionale».
A dicembre Saman, ancora 17enne, secondo il disegno dei parenti avrebbe dovuto sposarsi contro la sua volontà in Pakistan. La famiglia aveva già acquistato i biglietti, ma la ragazza per evitarlo era fuggita in Belgio e aveva denunciato la madre e il padre, 43 e 46 anni. Quando era tornata in Italia, nel novembre dello scorso anno, i servizi sociali l'avevano collocata in una comunità protetta a Bologna e i genitori erano stati accusati di costrizione o induzione al matrimonio, reato introdotto nel 2019 con il Codice rosso.
Ma l'11 aprile Saman, che aveva ormai compiuto i 18 anni, aveva deciso di rientrare in famiglia. Tutto sembrava tranquillo fino a quando il datore di lavoro del padre della ragazza, titolare di una azienda agricola reggiana, l'aveva cercato per alcuni lavori. La famiglia pakistana, però, non c'era più. «Dopo diversi tentativi l'uomo aveva parlato con un parente degli Abbas - racconta la sindaca di Novellara, Elena Carletti - il quale gli aveva riferito che la famiglia era dovuta rientrare in patria perché una zia non stava bene». Ma Questo il nome della ragazza non è presente nelle liste d'imbarco agli aeroporti». In prima battuta si è ipotizzato che fosse stata obbligata a seguire i genitori in Pakistan e la Procura di Reggio Emilia ha formulato l'ipotesi di sequestro di persona. Ma le indagini hanno rivelato che sul volo partito da Malpensa e diretto in Pakistan preso dagli Abbas, la figlia non c'era. Dove è finita? I carabinieri stanno battendo i terreni attorno alla casa di via Colombo. Si teme il peggio. E questa sera il Comune di Novellara ha organizzato un sit-in e una fiaccolata per stringersi attorno alla 18enne.
«Purtroppo mi pare che il destino (si teme tragico) della ragazza pakistana scomparsa a Reggio Emilia, dopo aver rifiutato un matrimonio islamico - commenta il leader della Lega Matteo Salvini - non desti grande interesse a sinistra e tra gli indignati di professione. Non vorrei che qualcuno preferisse parlare di nuove tasse, anziché di questa vicenda, perché potrebbe esserci di mezzo l'integralismo islamico».
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