
Milano contro Roma. La guerra per la migliore sanità del reame provoca una caduta di calcinacci sulla maggioranza. Il ministero della Salute pubblica le nuove classifiche e i numeri colpiscono la Lombardia come fuoco amico. Le tabelle dicono che a svettare è il Veneto, in seconda pozione c'è la Toscana, la Lombardia scivola giù, quinta a pari merito con l'Umbria. Otto regioni su ventuno, spacchettando in due il Trentino-Alto Adige, non raggiungono la sufficienza, ovvero non garantiscono i Lea, i Livelli essenziali dell'assistenza.
Ma i riflettori illuminano il governatore leghista Attilio Fontana che non contesta direttamente il primato veneto del leghista Luca Zaia, ma spara bordate sui burocrati romani. «I parametri usati - sbotta Fontana - non hanno niente a che vedere con il funzionamento della sanità. Sono cose cervellotiche che hanno l'obiettivo di penalizzarci. Sono tutte, se possiamo usare termini giuridici, puttanate».
«Il Nuovo Sistema di Garanzia - replica il Ministero con una nota stizzita - costituisce uno strumento di valutazione che verifica (secondo le dimensioni dell'equità, dell'efficacia e dell'appropriatezza) che tutti i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza. Trattasi di un meccanismo alla cui elaborazione le Regioni partecipano attivamente mediante i propri rappresentanti». Una risposta tecnica che sparge il veleno sulla coda: «La reazione del governatore Fontana appare pertanto mal indirizzata e il linguaggio utilizzato comunque inopportuno».
Ma Fontana non arretra di un millimetro, anche perché nelle stesse ore in cui il Ministero pubblicava le liste dei virtuosi e dei bocciati (con Abruzzo, Sicilia, Valle D'Aosta e Calabria in fondo al gruppo) arrivavano le stime autorevoli di Newsweek che tratteggiano un quadro assai diverso: il Niguarda di Milano è il primo ospedale italiano, cinque dei primi dieci, pubblici e privati, sono in Lombardia. Qualcosa stride. E anche più di qualcosa, perché da sempre il cosiddetto turismo sanitario premia proprio la Madonnina.
In realtà il modello elaborato nella capitale effettua altre misurazioni su tre versanti: ospedali, territorio, prevenzione. Si valutano gli screening oncologici e di alcune vaccinazioni pediatriche, il tasso di ospedalizzazione degli adulti per complicanze dovute a diabete e molto altro ancora. Il Veneto accumula 288 punti, la Toscana insegue a 286, la Lombardia é indietro a quota 257. Punteggi rispediti al mittente da Fontana: «La Lombardia, proprio perché è la migliore, sta sulle balle a tutti. Continuiamo a ricevere da Roma attacchi ingiustificati per crearci difficoltà».
Il ping pong nel recinto del centrodestra prosegue e l'opposizione si gode lo spettacolo. «Quel che c'è di inaccettabile - osserva il capogruppo del Pd al Consiglio regionale della Lombardia Pierfrancesco Majorino - non sono le classifiche del Ministero, ma piuttosto l'immobilismo della giunta Fontana che ha fatto lievitare le liste d'attesa e indebolito la medicina territoriale». Sarcastico il capogruppo dei 5 Stelle Nicola Di Marco: «Quel che per Fontana è inaccettabile, per noi è incomprensibile.
Qualcuno gli ha detto che l'attuale Ministro è della sua stessa maggioranza? Chiediamolo ai lombardi di stilare la classifica sulla qualità delle cure e sulla mancata prevenzione per colpa delle infinite liste di attesa».Avanti, a sciabolate su un tema così incandescente. «Quel che succede a Roma - conclude Fontana - ci riguarda fino a un certo punto. Anzi, non vogliamo neanche pensare che ci riguardi».
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