Lo scalatore tirolese figlio di un'insegnante che si è arrampicata sul Chrysler Building

Dalla ristrutturazione delle mansarde fino al grattacielo-icona

Lo scalatore tirolese figlio di un'insegnante che si è arrampicata sul Chrysler Building
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Sul suo impero non tramontava mai il sole, fin quando non è sceso d'improvviso il buio. Accadde a fine 2023, quando Signa Group, uno dei principali colossi immobiliari privati d'Europa, crollò sotto il peso di debiti insostenibili, aggravati dall'aumento dei tassi di interesse e dei prezzi dell'energia. Trascinando con sé anche il suo magnate, il bel René, spregiudicato imprenditore volato a tal punto vicino al sole da sciogliere le sue ali e precipitare in terra.

Sembra un romanzo di Maupassant, nutrito di ambizioni divine e umanissime miserie, la vicenda di questo tirolese figlio di un impiegato pubblico e di una insegnante di scuola materna che da giovane preferiva le arrampicate in montagna allo studio e che abbandonò la scuola per la sua precoce propensione a far cassa con il matton e . Nel 1999, all'età di 22 anni, Benko aveva messo su la sua prima società, la Immofina Holding, con la quale si occupava della trasformazione di attici e mansarde in attici di lusso. Gli affari avevano ingranato presto e nel giro di qualche anno lo scalatore di montagne era diventato anche un arrampicatore sociale. Con la sua società, nel frattempo ribattezzata Signa Holding Gmbh, aveva allungato le mani sulla sua città, Innsbruck, acquistando e ristrutturando hote l, immobili e il centro commerciale Kaufhaus Tyrol, la cui progettazione aveva affidato niente di meno che all'archistar Da vid Chipperfield.

Si era alla fine del primo decennio del Duemila e l'epopea di Benko era appena incominciata. Seguirono anni febbrili di acquisizioni in tutta Europa, con operazioni spesso spericolate, in particolare con il dipartimento retail della hlonding, che mise le mani sul la KaDeWe, le Galéries Lafayette di Berlino, su Karstadt, si inventò anche una partnership con Eataly per l'apertura di alcuni punti vendita in Germania, poi acquisì la catena di mobili Kika/Lainer. I suoi affari arrivarono anche in Italia, con la controversa costruzione del centro commerciale Waltherpark a Bolzano per la quale fu indetto un referendum tra i cittadini. Come molti tycoon colui che nel frattempo era diventato il terzo uomo più ricco di Austria, a un certo punto Benko indirizzò le sue mire anche sul settore dei media, diventando azionista dei quotidiani Kurier e Kronen Zeitung. Nel 2019 l'acquisto del Chrysler Building di New York sembrò consacrare il figlio della maestra sulla scena mondiale.

Benko era generoso e indulgente, amava vivere nel bello e nel lusso e coltivare le amicizie giuste, e quando le cose iniziarono a non girare per il verso giusto in molti tardarono ad allarmarsi, dando fede al perenne sorriso biancheggiante dell'uomo che nel frattempo si affannava in piani di ristrutturazione sempre più audaci sui quali le autorità di vigilanza furono a dir poco indulgenti. Benko continuava a guidare motoscafi e ad abbronzarsi. Ora vedrà il sole a scacchi, mentre tutti fingono di non averlo mai frequentato, quel megalomane parvenu tirolese.

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