Scaramucce e intolleranze: l'ira di Sergio Mattarella verso i partiti

L'appoggio di Matteo Salvini a Mario Draghi ha spiazzato il centrosinistra, che ora fa le bizze e mugugna mettendo a dura prova la pazienza di Mattarella

Scaramucce e intolleranze: l'ira di Sergio Mattarella verso i partiti

Tutti i partiti, tranne Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, hanno dato il loro consenso alla formazione del governo istituzionale di Mario Draghi, fortemente voluto da Sergio Mattarella per risolvere la crisi di governo. In apparenza un buon risultato per il presidente della Repubblica se non fosse che tra i partiti della nuova maggioranza in composizione permangono acredini e vecchie ruggini che già lasciano presagire sportellate per far fuori gli antagonisti. Uno scenario che, come riporta Marzio Breda sul Corriere della sera, lascia interdetto e innervosisce Sergio Mattarella.

D'altronde la sua richiesta nell'ultimo discorso pubblico, fatto subito dopo la constatazione del fallimento di Roberto Fico, era stata molto chiara. Il capo dello Stato vuole "un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica". Invece si sgomita per mettere la firma politica e, ancora peggio, si pongono condizioni. "Se ci sono loro non possiamo starci noi", hanno detto in più occasioni alcuni partiti e il più delle volte "loro" era la Lega. Tutto questo è contrario all'idea di Sergio Mattarella e alla richiesta di responsabilità ai partiti, che sta alla base della decisione di optare per un governo di alto profilo senza sciogliere le Camere.

In queste ore c'è chi ha proposto di offrire a Mario Draghi solo un appoggio esterno e c'è chi si dice interdetto per la forma che sta prendendo la nuova maggioranza. Un atteggiamento che toglie qualsiasi fondamento al principio alla base della scelta di Mattarella, che pare non stia vivendo con serenità la tensione tra i partiti. L'ex maggioranza era convinta di poter giocare la parte del leone in quella nuova al fianco di Mario Draghi, ricostruendo gli equilibri del governo precedente. "Tutto cambia per non cambiare mai", si saranno detti dalle parti del Nazareno. Invece no, Matteo Salvini ha riferito al presidente incaricato la decisione della Lega di rendersi disponibili con un "sì convinto, privo di pregiudizi o nomi". Una mossa inaspettata che ha completamente disorientato il Pd, il M5S e i loro alleati. Berlusconi, Salvini e Renzi hanno sparigliato le carte di Zingaretti e dei grillini e sarà ora compito (arduo) di Mario Draghi raffreddare il clima per costruire quanto più serenamente possibile la nuova maggioranza.

Mario Draghi in tal senso ha carta bianca. Non ci sono veti, come hanno ripetuto tutti i leader dopo averlo incontrato e non ci sono paletti per le sue decisioni. Marzio Breda riferisce che in queste ore l'ex governatore della Bce sente con frequenza Sergio Mattarella. Sono colloqui informali, ricchi di consigli da parte del presidente della Repubblica, volti soprattutto a trovare una quadra per la squadra di governo.

Le prime indicazioni sono in direzione di un governo misto tra politico e tecnico, che ricalchi le orme di quello messo in piedi da Carlo Azeglio Ciampi nel 1993. Il totoministri di queste ore pare indisponga il Colle e non è escluso che ci possano essere importanti conferme nell'esecutivo, soprattutto nei ministeri chiave nella lotta alla pandemia.

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