Sempre più persone in Italia vivono in povertà assoluta. La fotografia scattata dall'Istat mette paura se si pensa che nel Belpaese 1 milione e 582 mila famiglie, pari a 4 milioni e 598 mila persone, non hanno nutrizione adeguata e non raggiungono standard di vita accettabili. Era dal 2005 che non si registravano numeri così drammatici. Come se non bastasse, sono triplicati rispetto agli anziani i giovani che vivono questa condizione, subita da un minorenne ogni dieci. Secondo l'Istituto di statistica l'incidenza della povertà assoluta si mantiene sostanzialmente stabile sui livelli stimati negli ultimi tre anni per le famiglie con variazioni annuali statisticamente non significative (6,1 per cento delle famiglie residenti nel 2015, 5,7 per cento nel 2014, 6,3 nel 2013) mentre cresce se misurata in termini di persone, ovvero in famiglie con 4 componenti, soprattutto se hanno 2 figli e in nuclei di soli stranieri.
A ingrossare l'esercito dei poveri sono soprattutto donne, 2 milioni 277 mila, a cui si aggiungono 1 milione 131 mila minori con un'incidenza del 10,9 per cento. A questi si sommano 538 mila anziani (4,1 per cento), tra i quali il fenomeno è rimasto stabile, mentre ha continuato a crescere nella popolazione tra i 18 e i 34 anni e in quella tra i 35 e i 64 anni (7,2 per cento dal 2,7 per cento del 2005).
«In questi anni - dichiara Marco Lucchini, direttore generale Fondazione Banco Alimentare Onlus - abbiamo denunciato l'inadeguatezza di misure come la social card, sostenendo invece l'importanza di risposte concrete come Fead e Fondo Nazionale. Ora seguiamo con apprensione i lavori alla Camera, chiamata a breve a votare la delega sulla povertà. Ci attendiamo un gesto che dimostri l'attenzione del Governo e ci auguriamo che la dotazione di fondi sia significativa, almeno di 1 miliardo di euro, da stanziare in particolare per i minori in povertà assoluta». Questa piaga è aumentata al Nord sia in termini di famiglie che di persone e segnali di peggioramento si registrano anche nei comuni centro di area metropolitana.
L'incidenza di povertà assoluta diminuisce, invece, all'aumentare dell'età della persona di riferimento (il valore minimo tra quelle con almeno un ultrasessantaquattrenne) e del suo titolo di studio (se è almeno diplomata è poco più di un terzo di quella rilevata per chi ha al massimo la licenza elementare). Si amplia, invece, tra le famiglie con persona di riferimento occupata (da 5,2 del 2014 a 6,1%), in particolare se operaio (da 9,7 a 11,7 per cento).
Rimane contenuta, invece, nei nuclei guidati da dirigente, quadro e impiegato (1,9 per cento) o ritirato dal lavoro.In serata è passato alla Camera il ddl che prevede il reddito di inclusione. Il premier Matteo Renzi: «Daremo 1,6 miliardi in due anni, è la prima misura organica della storia repubblicana contro la povertà».
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