Il futuro del governo dipenderà inevitabilmente dalla partita che si giocherà per il Quirinale. Chi prenderà il posto di Sergio Mattarella? L'attuale capo dello Stato alla fine si convincerà per tentare nuovamente una rielezione per il Colle o il Parlamento sarà chiamato a optare per altri profili? Mario Draghi è realmente tentato da questa opportunità? Incognite che diventeranno risposte con il passare dei mesi: dopo le elezioni Amministrative - e dunque alla luce dei risultati maturati - i partiti moduleranno le loro mosse, consapevoli del fatto che in base al prossimo presidente della Repubblica si determinerà o meno il ritorno al voto anticipato.
Draghi al Colle? Lo scenario
Tra le varie ipotesi che circolano figura anche quella che il premier possa provare una nuovissima esperienza al Quirinale. Ovviamente i tempi sono maturi, anche perché il governo in estate e in autunno dovrà rispettare requisiti e tempistiche per poter accedere ai soldi del Recovery Fund e avviare concretamente i progetti. Il discorso comunque viene tenuto in piedi e in sostanza, almeno per il momento, nessuno dei principali partiti ha detto "no" all'opzione Draghi come prossimo capo dello Stato.
Ma cosa accadrebbe? In molti pensano che l'ex governatore della Bce al Colle significherebbe solo elezioni nazionali anticipate. Draghi infatti è sinonimo di unica garanzia e àncora di unione per i partiti di maggioranza, in grado di compattare (per quanto possibile) le varie anime. La pensa esattamente così Giancarlo Giorgetti, che ha provato a ipotizzare lo scenario sul campo: "Politicamente è un problema serio. Questa è una maggioranza anomala non di unità nazionale, ma attorno a una persona che è Mario Draghi".
Il ministro dello Sviluppo economico è realista e non si sottrae a fare previsioni: se Draghi decidesse di andare a fare il presidente della Repubblica "non vedo come il governo potrebbe andare avanti". Il numero due della Lega, si legge sul Corriere della Sera, ritiene che "serve un governo fortemente legittimato". Insomma, a quel punto non ci sarebbero alternative: ridare la parola agli italiani. "Una strada è una forte legittimazione del presidente. Se togli il presidente ci vuole una forte legittimazione popolare", è il parere di Giorgetti.
Chi vuole Draghi al Quirinale?
Come detto in precedenza, per adesso non c'è una vera e propria fronda pronta a insorgere per l'eventuale approdo di Draghi al Colle. I partiti tengono un atteggiamento neutro, senza sbilanciarsi. Qualcuno lo fa non nascondendo però apprezzamenti e forse anche speranze. È il caso di Matteo Salvini, che fino a ieri si è espresso in merito alla corsa al Quirinale: "Ho troppo rispetto per Mattarella e Draghi per anticipare oggi quanto dovrà succedere a febbraio dell'anno prossimo. Di chi farà il presidente della Repubblica ne riparliamo a febbraio dell'anno prossimo, non voglio tirare per la giacchetta nessuno". A luglio il leader leghista aveva sostenuto che "se dovesse dirsi disponibile per il Quirinale lo sosterrei".
Ad oggi Giorgia Meloni si dice ancora perplessa: "Se mi chiedete se Fratelli d'Italia sosterrà la sua candidatura dico che è molto presto per fare ragionamenti di questo tipo. L'unica cosa positiva di una candidatura di Mario Draghi è che ragionevolmente, se lui andasse al Quirinale, si andrebbe a votare subito e questo per noi sarebbe una buona notizia".
Ieri anche Giuseppe Conte ha risposto a una domanda sul tema del prossimo capo dello Stato: "Candidare adesso Draghi al Quirinale può essere frainteso, risulterebbe un promoveatur ut amoveatur. Ogni cosa a suo tempo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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