Schiaffo dei ribelli tuareg al governo maliano. Uccisi in un blitz 80 mercenari della Wagner

Clamorosa vittoria dei separatisti contro il regime di Bamako sostenuto da Mosca, che punta ai ricchi giacimenti di uranio

Schiaffo dei ribelli tuareg al governo maliano. Uccisi in un blitz 80 mercenari della Wagner
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«Ai prigionieri offriamo una sigaretta, ai morti una degna sepoltura». Inizia con queste parole il video che da alcune ore sta rimbalzando sui social dell'Africa del Sahel. A parlare è Mohamed Elmaouloud Ramadane, pezzo da novanta dei ribelli tuareg dell'Azawad, che hanno rivendicato una clamorosa vittoria sull'esercito maliano Fama, ma soprattutto sui mercenari russi dell'ex compagnia Wagner. Gli scontri sono avvenuti nel fine settimana a Tinzaouatene, nel nord del Mali, a due passi dal confine con l'Algeria. Durante i combattimenti i ribelli hanno ucciso almeno 80 miliziani di Mosca, distrutto 2 elicotteri e 3 carri armati, e fatto prigionieri altri 20 uomini. «Le nostre forze hanno annientato le colonne nemiche», prosegue Ramadane, e nel filmato si vedono alcuni mercenari russi con i polsi legati dietro la schiena mentre ricevono una sigaretta.

La notizia della débacle è stata confermata dal comandante del 13° Gruppo d'assalto, il colonnello Konstantin «Rusich» Mirzayant. L'uomo sostiene di essere fuggito, ma di aver assistito personalmente alla disfatta. «Sono pronto a tornare e a mettere a disposizione tutte le persone che saranno pronte a seguirmi pur di salvare i ragazzi - racconta - ma chiedo aiuto a Mosca».

La Russia ha firmato un memorandum d'intesa sull'energia nucleare con il Mali che mira a posizionare l'azienda Rosatom come attore chiave nel settore energetico nell'Africa occidentale. I propositi di Putin rischiano però di saltare in aria per via delle scorribande dei gruppi tuareg anti-governativi che tentano di andare al potere facendo leva sulla difficile transizione politica dopo il golpe dell'agosto 2020. Il Paese, guidato dal generale Goita dopo la caduta del presidente Keita, è epicentro di una profonda crisi, tra le insorgenze jihadiste nella regione di confine con Niger e Burkina Faso, l'attivismo di milizie etniche di autodifesa, e gli abusi diffusi da parte delle forze di sicurezza.

La Wagner, che ora si chiama Africa Corps, sta svolgendo per conto del Cremlino il lavoro sporco per mettere le mani sui giacimenti di uranio presenti nella regione. L'uomo di Putin in questa Operazione Speciale africana è il generale Yunus-bek Evkurov che sta curando le relazioni con i governi e convertendo i ruoli di tutto il personale russo in loco, dalle unità militari al supporto tecnico e logistico. Le prime operazioni di rilievo attribuibili all'Africa Corps risalgono al novembre scorso, quando l'esercito del Mali riconquistò Kidal, città dall'alto valore strategico nel cuore del Sahel che nel 2021 era caduta sotto il controllo delle milizie dell'Azawad.

Un'operazione fortemente voluta dai consiglieri russi a Bamako e resa possibile dal supporto operativo degli uomini dell'ex Wagner. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto eccociel sereno, la disfatta di Tinzaouatene, che costringerà Putin a rivedere i propri piani.

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