L'Italia di Giorgia Meloni ispira la Germania nel contrasto all'immigrazione illegale. Il governo federale vuole, infatti, valutare la possibilità di svolgere le procedure di asilo fuori dall'Ue. La decisione è stata assunta poco dopo la firma a Roma dell'accordo tra Italia e Albania, che prevede il trasferimento dei migranti salvati nel Mediterraneo da navi italiane in due strutture a Shengjin, a nord di Tirana, e Gjader.
La Germania inizia a muoversi nella stessa direzione, dopo aver criticato per anni la gestione dei flussi migratori da parte dell'Italia. La svolta è partita nella notte del 6-7 novembre, durante l'incontro sull'immigrazione tra Scholz e i primi ministri dei Länder. Dopo ore di negoziati, è stato concordato un piano che vede un cambio di paradigma all'interno e all'esterno dei confini tedeschi. Con la difesa, l'immigrazione segna la «svolta epocale» di Scholz, che punta sulle «espulsioni in grande stile» degli irregolari dopo le politiche di accoglienza dell'era Merkel. La Germania non ce la fa più: i numeri dei profughi, in particolare degli illegali, sono troppo alti e devono diminuire. Mancano le risorse finanziarie per accoglienza e assistenza: Länder e comuni sono al limite nelle capacità. La questione è stata oggetto di un intenso confronto tra l'esecutivo di Berlino, gli Stati tedeschi e le municipalità che si è trascinato per mesi e che l'incontro del 6-7 novembre ha voluto risolvere.
L'accordo tra Scholz e i primi ministri dei Länder ha al centro la modifica del finanziamento dell'accoglienza e dell'assistenza per i migranti. Dal 2024, il governo federale pagherà un importo forfettario annuo di 7.500 euro per ogni richiedente asilo alla prima domanda. Fino a oggi, il sostegno ai Länder veniva da una voce di bilancio, per il 2023 pari a 3,7 miliardi di euro, non legata alle cifre dell'immigrazione. Ora, Scholz ha dichiarato che gli Stati tedeschi otterranno più fondi quando i numeri dei profughi aumentano e meno quando scendono. Il cancelliere e i Länder hanno poi concordato sulla necessità di «provvedimenti chiari e mirati contro l'immigrazione incontrollata». È in questa prospettiva che l'esecutivo di Scholz intende verificare la possibilità di svolgere le procedure di asilo al di fuori dell'Ue, prendendo a modello nella gestione della questione migratoria l'Italia e il Regno Unito del primo ministro Rishi Sunak.
Nel governo federale vi è ampio consenso sulla necessità di una stretta nelle politiche migratorie, anche da parte dei Verdi, tradizionalmente a favore del «tutti dentro». Da Rabat dove era in visita il 31 ottobre, la ministra dell'Interno Nancy Faeser, del Partito socialdemocratico tedesco (SPD) come Scholz, ha ribadito la determinazione a concludere accordi con i Paesi di provenienza dei migranti. L'obiettivo è duplice: rimpatriare gli irregolari dalla Germania e facilitare l'immigrazione di lavoratori qualificati in questo Stato. È qui che potrebbe inserirsi il «modello italiano», con centri per i richiedenti asilo in Germania istituiti al di fuori dell'Ue.
Tuttavia, la stessa Faeser si è espressa contro le proposte di affidare le procedure di asilo dell'Ue a Paesi terzi che non ne sono parte, avanzate sia dai popolari di CDU e CSU, le principali formazioni di opposizione al Bundestag, sia dal Partito liberaldemocratico (FDP), nella maggioranza con SPD e Verdi.
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