Sta bene e sarà dimesso oggi Pietro Zazzi, lo sciatore valtellinese che ha riportato una frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra e una lesione del crociato e menisco della gamba sinistra durante la prova crono di discesa libera a Bormio. È stato trasportato all'ospedale Morelli di Sondalo, partner dell'ospedale Olimpico, per essere stabilizzato e poi essere portato a Niguarda, dove è stato operato due giorni fa dall'equipe diretta Federico Bove direttore di Ortotraumatologia di Niguarda. L'atleta svizzero caduto ieri, invece, è stato riportato in Svizzera. L'incidente di Zazzi e quello del francese Cyprien Sarrazin rappresentano un primo test su quello che succederà durante i Giochi del 2026. «Questo primo test - spiega Bove - è stato interessante per vedere come ha funzionato tutta la catena dell'ospedale olimpico: dall'incidente al trasporto in elicottero (da Bormio a Niguarda sono meno di 30 minuti) di Zazzi: due ore dopo gli interventi. Ciò che fa la differenza per noi, rispetto alla quotidianità, è il trasporto degli atleti o dello staff». Il reparto di Orto traumatologia diretto da Bove, infatti, ha a che fare con un migliaio di traumi maggiori (traumi che mettono in pericolo la vita) l'anno. «Il fatto di dover gestire l'organizzazione sanitaria per le Olimpiadi non ci spaventa - spiega il primario di Ortotraumatologia -. Abbiamo studiato il report dei precedenti Gioci invernali da cui emerge come i traumi principali (pari al 30%) sono quelli ai legamenti, seguono le fratture. Poi ci sono i traumi peculiari e tipici dei vari sport: nell'hockey prevalgono i traumi al volto, nello sci alpino le distorsioni e quindi le lesioni ai legamenti, così nel pattinaggio su ghiaccio. Nelle discipline ad alta velocità invece come chilometro lanciato, bob e trampolino i traumi cranici». Ecco quindi che la forza di Niguarda è il trauma Team, ovvero la gestione della multidisciplinarietà delle specializzazioni: succede anche che gli atleti vengano operati contemporaneamente alla testa e a un arto se la situazione è particolarmente grave o in sequenza in casi meno urgenti. Non solo, per qualsiasi posto letto ci sono tre rianimazioni sullo stesso piano. Nella quotidianità il team gestisce in media 2,8 traumi maggiori al giorno per un totale (nel 2023) di mille traumi in un anno. Di questi il 32% sono traumi da traffico ovvero incidenti gravissimi che coinvolgono pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti, il 21% infortuni domestici, il 5% sono infortuni sul lavoro, il 3% atti autolesionistici, il 2% violenza altrui.
L'ospedale di Niguarda è stato individuato da Regione Lombardia come «ospedale olimpico» sulla base dei criteri individuati dal Cio, ovvero la garanzia della disponibilità di tutti i servizi sanitari e l'altissimo livello delle prestazioni, specialmente nell'ambito dell'emergenza urgenza. Per garantire questi servizi anche nel territorio vicino alle sedi di gara, si avvale della collaborazione dell'ospedale Morelli di Sondalo e dell'Areu.
A Niguarda sono partiti anche i cantieri per l'ampliamento del pronto soccorso che ha avrà due percorsi differenziati: uno per la family olimpica (quindi atleti, staff, lavoratori, tutti coloro che lavorano per i Giochi) e uno per i cittadini. «Come legacy Milano avrà un pronto soccorso più ampio - racconta Alberto Zoli, direttore generale e Medical care manager per regione Lombardia - con un nuovo sistema di osservazione del paziente: sarà ampliata l'admission room ovvero la stanza dove i pazienti in barella già processati attendono il ricovero». Anche in questo caso si parla di grandi numeri: al Pronto soccorso di Niguarda si registrano 100mila accessi l'anno. «Così se il triage sarà uguale per tutti, i percorsi verranno differenziati in base ai codici ovvero alla gravità dei casi. Obiettivo: fornire trattamenti più rapidi ai pazienti e migliorare la gestione dei flussi» spiega ancora Zoli. Così sarà realizzato un reparto olimpico all'interno del padiglione Rossini per 11 posti, in costruzione, che sarà ultimato nel 2025.
Si tratterà di un reparto per la degenza polispecialistica. Particolari le stanze del reparto perchè sono «doppie» per eventuali guardie del corpo e funzionari di accompagnamento nel caso di capi di stato e alti funzionari e per lo staff sportivo e medico nel caso degli atleti.
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