Tosi o non Tosi. Alla fine Verona ha scelto il centrodestra, mettendo Federico Sboarina sulla sedia di sindaco e lasciando a bocca asciutta la candidata (e compagna) di Flavio Tosi. Il candidato di centrodestra, secondo i secondi exit poll dell'Istituto Piepoli per Rai, avrebbe ottenuto il 58% dei voti, contro il 42% di Patrizia Bisinella.
Era una sfida riservata del centrodestra. Per soli 1.200 voti la senatrice ex leghista aveva agguantato il ballottaggio a scapito di Orietta Salemi, candidata del Pd. Con le sue sette liste Sboarina aveva preso il 29,3 per cento contro il 23,5 di Patrizia Bisinella e il 22,5 di Salemi. E aveva fatto sperare a Flavio Tosi di poter dire che la decisione di lasciare la Lega Nord e appoggiare la riforma costituzionale di Matteo Renzi fosse stata la scelta giusta. Non è andata così. All'ex leghista non è bastato neppure l'appoggio del segretario del Pd, che nei giorni scorsi aveva detto senza mezzi termini che "il Pd appoggia a Verona la candidatura di Patrizia Bisinella, che rappresenta l’alternanza credibile a Salvini".
Sul campo di centrodestra, invece, la volata di Sboarina è stata possibile grazie all'ottimo risultato di Forza Italia al primo turno (13,7%) e al contributo delle altre liste di centrodestra, dalla Lega Nord a Fratelli d'Italia. Una affermazione importante per gli azzurri, anche se il ritornello della campagna elettorale è sempre stato all'impronta dell'unione nella coalizione.
Se Tosi non si fosse smarcato, oggi Verona non avrebbe dovuto affrontare il ballottaggio fratricida. Ma il passato è passato. Meglio guardare al futuro. Alla città dell'Arena adesso attendono cinque anni di "discontinuità" rispetto all'amministrazione tosiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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