Lo scontro Draghi-Conte: cosa rivela la grafia

I due si sono affrontati su diversi terreni di battaglia: dal Covid alla Giustizia. Cosa c'è da sapere sulle loro personalità

Lo scontro Draghi-Conte: cosa rivela la grafia

Giuseppe Conte - Dalla scrittura di Giuseppe Conte emerge una personalità determinata, con una notevole sensibilità che può creargli difficoltà nel sopportare le frustrazioni poiché, avendo una bassa soglia di tolleranza, cerca, senza riuscirci sempre, di tenere a bada la tensione con il ragionamento, col rischio che tutto finisca in collera. L’eccessivo controllo, che si nota anche nel linguaggio corporeo fatto di un’eleganza sobria, di un’espressione linguistica misurata e convincente per cui niente è fuori posto, denota come egli sappia esprimere le proprie opinioni con garbo e misura, cercando di apparire sempre gradevole e credibile (vedi scrittura piccolina). Forse però, il nostro ex Presidente non ha fatto i conti con il proprio mondo pulsionale, legato ad un Super-ego che lo spinge a diventare censore dell’operato altrui (grafia con alternanza di pressione forte e debole, margine destro assente e sinistro ampio, tratto un po’ congestionato e firma diversa dal testo). Ma è soprattutto la firma, che si discosta molto dal gesto grafico della scrittura, a mettere in luce come la conquista sociale sia per lui un “riscatto sognato” da difendere a tutti i costi: una paternità conquistata che non intende cedere a nessuno, in quanto non sopporta essere posposto. Siamo di fronte e un narcisismo che, secondo Fromm, è facile trovare nei politici. Ciò peraltro permette fluidità di pensiero, verifica e lungimiranza, ponendo così delle barriere, soprattutto nei confronti del diverso. Un simile atteggiamento fossilizza la politica in proclami non proprio supportati da senso del reale.

Mario Draghi - In azienda si fanno test non tanto per penalizzare la persona, quanto per trovare affinità tra mansione e potenzialità del candidato, che se messe a servizio della persona permettono non solo d’inserirsi in azienda, ma anche di sentirsi appagato e di poter esprimere le proprie qualità nel migliore dei modi, a servizio anche della salute. La grafia di Mario Draghi, così chiara ed essenziale, mette in evidenza non solo notevoli capacità intellettive basate su doti di verifica, critica e ragionamento che lo preservano da scatti e decisioni affrettate o impulsive. Nulla sembra eccedere, sia negli atteggiamenti sia nella manifestazione, confermando così uno spessore politico non comune. La praticità e la competenza, acquisite sul campo, hanno formato una coscienza e una cultura congiunte all’essenzialità di un pensiero fatto di poche parole che danno più corpo ai fatti. Draghi possiede un carattere riservato ma non chiuso, per cui sa controllare e verificare tutto attorno a sé senza peccare di complessi di superiorità né d’inferiorità, cosa che gli ha permesso una scalata prestigiosa e riconoscimenti a livello mondiale. Per Erich Fromm gli uomini politici sono tutti presi da forme narcisistiche più o meno forti. Ebbene in Draghi, proprio per l’essenzialità del carattere, espresso da una scrittura parca e priva di ogni sproporzione, non sembra emergere tale peculiarità, a vantaggio quindi di una progressiva crescita sociale e professionale che, pur gratificandolo, non lo ha spinto ad alcun eccesso. Le scelte politiche sono meditate e per la sua naturale indole (grafia con forme essenziali) non sente il bisogno di sottolineare ad alta voce le differenze, ma cerca di utilizzare ciò che sembra più utile per il benessere della società (vedi scrittura scorrevole e sobria nelle forme).

Nonostante la consapevolezza della responsabilità che si è addossato, egli ha saputo coinvolgere senza scossoni i politici, conoscendo le differenze e accettandole senza mai scagliarsi contro nessuno in modo irrispettoso, anche se diverso, ma ha saputo ascoltare tutti: un segnale di alto valore politico e sociale. Essere diversi non significa essere nemici.

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