Fontana spiega tutto: "Perché ho deciso di chiudere le scuole"

Il governatore della Lombardia mette al conto le polemiche: "Ma se devo scegliere tra le decisioni di consenso e quelle necessarie alla salute, io sceglierò sempre quelle per la salute"

Fontana spiega tutto: "Perché ho deciso di chiudere le scuole"

Una decisione dolorosa perché gli studenti di tutta Italia praticamente da un anno si ritrovano dietro un monitor per partecipare alle lezioni. A settembre e a gennaio si era provati a tornare in presenza in aula, ma la curva dei contagi è rapidamente salita in maniera pericola e gli amministratori locali si sono trovati costretti a imporre la didattica a distanza. L'ultimo a prendere questa scelta è stato Attilio Fontana, che nella giornata di ieri ha firmato un'ordinanza che pone la Lombardia in zona arancione scuro. Tra le diverse restrizioni anche la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, mentre resteranno aperti gli asili nido. "La variante inglese attacca in modo grave anche i giovani, le scuole sono potenziali - e magari concreti - focolai. Adesso il virus contagia anche i giovani che prima sembravano esenti", ha spiegato il governatore. Che in realtà ha da sempre sostenuto l'importanza di tenere le lezioni tradizionali in presenza: "Però dobbiamo rendercene conto: le scuole sono davvero un punto sensibile".

Il tema è quello di giocare d'anticipo per evitare che il diffondersi del Coronavirus possa prenderci in contropiede. Decisioni che si basano sulle indicazioni degli esperti, i quali hanno confermato che servono scelte rapide e rigorose. Non a caso l'ordinanza si muove sulla stessa linea della reazione del comitato indicatori che sottolinea la presenza di una serie di elementi allarmanti su cui è opportuno intervenire urgentemente: "E poi abbiamo scoperto di questa variante nigeriana che sarebbe indifferente alle vaccinazioni. Noi su questa non abbiamo notizie specifiche ma, come le dicevo, il punto è non farsi prendere in contropiede. Cercare di stare davanti al virus".

"Aiuti ai genitori"

Il presidente della Regione Lombardia ha messo al conto le inevitabili polemiche per una scelta di questo genere, ma la strada da perseguire è quella della tutela della salute dei cittadini: "Io lo so che è impopolare. So che la gente se la prenderà con me. Ma se devo scegliere tra le decisioni di consenso e quelle necessarie alla salute, io sceglierò sempre quelle per la salute". C'è però un aspetto che non va trascurato, ovvero il problema dei genitori di non poter portare i figli a scuola. In tal senso il ministro Mariastella Gelmini ha già stanziato 200 milioni di euro per il sostegno alle famiglie per i congedi parentali: "Ce ne vorranno altri, ma è un inizio. D’altronde, se le scuole sono uno snodo per la diffusione dei contagi, possiamo fare finta di nulla?".

L'ordinanza è arrivata con fretta a poche ore dalla sua entrata in vigore, ma Fontana ha ribadito che farla partire da lunedì sarebbe stato troppo tardi: i dati sono arrivati mercoledì alle ore 22, poi il tempo minimo di valutarli e infine di prendere una posizione ufficiale. "Purtroppo questo è un virus che ha andamenti da cui non possiamo farci sorprendere", ha aggiunto.

Anche perché, tiene a evidenziare il presidente della Lombardia nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, questo è un fattore che trova condivisione con il ministro Roberto Speranza: "Anche lui è d’accordo sul fatto che in una situazione come quella italiana, anche 24 ore siano importanti".

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