"Scusate". E l'Eta annuncia la sua fine

Dopo 59 anni e quasi 900 omicidi «scioglimento definitivo» per i terroristi baschi

I militanti dell'ETA annunciano la fine della lotta armata nell'ottobre del 2011
I militanti dell'ETA annunciano la fine della lotta armata nell'ottobre del 2011

Madrid Dopo le vittime, il sangue e la paura causati dagli attentati dinamitardi e dai blitz a mano armata in cinque decadi di storia moderna spagnola, ora l'Eta, una delle ultime, più feroci ed estese organizzazioni terroristiche per l'indipendenza dei Paesi Baschi, (Nord della Spagna), intona il suo mea culpa e si scusa pubblicamente. «Siamo consapevoli che, in questo lungo periodo, abbiamo provocato molto dolore cui non potremmo mai porre rimedio», recita il comunicato pervenuto venerdì mattina al quotidiano basco di Bilbao Gara y Berria da quel poco che è rimasto di Euskadi Ta Askatasuna (Eta) che, il prossimo 5 maggio, annuncerà il suo definitivo scioglimento.

Gli irriducibili etarras sono responsabili di quasi 900 uccisioni a sangue freddo, dai primi anni Sessanta in poi. Un fenomeno così preoccupante e di stampo militaresco che spinse i governi di Aznar, Zapatero e Rajoy a chiedere consiglio all'intelligence britannica, esperta nella resa dell'Ira. Già nel 2011, decimata da ondate di arresti, decapitata ai vertici militari e braccata dalle autorità spagnole e francesi, l'Eta aveva annunciato il definitivo cessate il fuoco, senza resa, rimanendo così un'organizzazione ancora in grado di colpire, seppur molto limitatamente.

«Vogliamo mostrare rispetto per i morti, i feriti e le vittime da noi causati con i nostri gesti. Ci dispiace davvero», spiega il comunicato. Tuttavia i separatisti pongono una netta distinzione: le loro scuse sono rivolte «ai civili innocenti» e rivendicano anche «il dolore storico» del Paese Basco (Euskadi) subito per mano dello Stato spagnolo. Un lo siento (mi dispiace) che sottintende un «l'abbiamo fatto per colpa vostra». È, comunque, un gesto che conta un importante valore storico e che chiude, in modo definitivo, dopo tanti falsi annunci, seguiti da ignobili omicidi, una pagina tragica della storia spagnola. Gli etarras, pur essendo un gruppo terroristico, con tecnica d'aggressione militaresca verso obbiettivi statali, erano soprannominati, soprattutto negli ultimi due decenni, i «terroristi previdenti»: calcolavano con massima precisione l'effetto distruttivo dei loro attentati dinamitardi, evitando così di coinvolgere i civili. E qualora ci fosse stato il rischio di ucciderli, avvisavano la polizia dell'imminente deflagrazione con sufficiente preavviso in modo da permettere l'evacuazione dal luogo dell'attentato. Modalità, diversa, invece, per gli omicidi mirati a poliziotti e alle autorità spagnole e basche, effettuati a sangue freddo, spesso anche da donne, strateghe importanti nella piramide di comando dell'organizzazione di estrema sinistra.

Radio Euskadi ieri ha spiegato che prima del 5 maggio sarà organizzata una cerimonia nel versante francese dei Pirenei, a Bayonne, dove la cultura basca è molto ben radicata, nascondiglio di molti esponenti etarras arrestati dalla polizia francese in collaborazione con la Guardia Civil. Alla cerimonia parteciperanno diversi esponenti politici, anche europei.

Lunedì invece si terrà una conferenza stampa con il Gruppo Internazionale di Contatto (Gic), Raymon Kendall, ex segretario Interpol e le organizzazioni basche Bake Bidean e Foro Social per annunciare «lo scioglimento irrevocabile dell'Eta», fondata nel 1959. È un «chiaro segnale di resa totale» ha dichiarato il membro israeliano del Gic Alberto Spektorowski.

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