"Se Di Maio facesse il suo dovere non mi muoverei". L'affondo di Salvini sul ministro

Da Verona, Matteo Salvini è tornato sull'ipotesi di un viaggio a Mosca e ha puntato il dito contro il Pd "guerrafondaio" e il M5s "immobile"

"Se Di Maio facesse il suo dovere non mi muoverei". L'affondo di Salvini sul ministro

In questi giorni, Matteo Salvini è impegnato in un tour in diverse città italiane e tra le prime tappe c'è Verona, dove il senatore ha incontrato elettori e simpatizzanti della Lega anche in vista delle elezioni amministrative del prossimo 12 giugno Questi sono giorni concitati per il leader del Carroccio, attaccato da vari fronti per aver ipotizzato un viaggio diplomatico a Mosca nel tentativo di trattare la pace in Ucraina.

Il piano di pace proposto da Luigi Di Maio al Cremlino è stato miseramente bocciato e irriso da Vladimir Putin e dal palco di Verona, Matteo Salvini ha deciso di replicare a tono alle polemiche: "Una volta la sinistra voleva la pace, ora il Pd è guerrafondaio e critica chi costruisce la pace e parla solo di armi e guerra. Serve la pace adesso perché se la guerra va avanti avremo milioni di italiani alla fame e senza lavoro". Salvini ha poi ribadito: "La via del dialogo e della diplomazia per il ritorno alla pace è quella giusta, io continuerò a percorrere a testa alta questa strada, per il bene dell'Italia, e mi spiace che altri soprattutto a sinistra parlino solo di armi e guerra"

Gli effetti del conflitto si stanno ripercuotendo con intensità sempre maggiore anche nel nostro Paese. È per questo necessario riuscire a portare Putin al tavolo delle trattative per convincerlo a ritirare le truppe dall'Ucraina senza ulteriori spargimenti di sangue e ulteriori perdite economiche che si ripercuotono su gran parte del pianeta come un inesorabile effetto domino. "Se ci fosse un ministro degli esteri che fa pienamente il suo dovere non avrei bisogno di muovermi io per andare a cercare contatti all'estero", ha dichiarato Matteo Salvini. Una frecciatina diretta, nemmeno troppo velatamente, a Luigi Di Maio. Il leader della Lega ha, quindi, ribadito qual è il suo attuale obiettivo: "Io lavoro per la pace. Siamo al centesimo giorno di guerra, dobbiamo fermarla ragionando con tutti. La pace è un'urgenza anche per gli italiani. Lavorare per la pace, costruire la pace, deve essere un dovere di tutti i politici italiani".

Matteo Salvini non ha risparmiato nemmeno il Partito democratico, definito prima "guerrafondaio" e poi immobile in

una reale ricerca di una soluzione del conflitto, al pari del Movimento 5 stelle: "Lavorare per la pace, continuerò a farlo perché se aspettiamo Pd o M5s aspettiamo due anni e non ce lo possiamo permettere".

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