L'Unione europea sarebbe pronta a istituire un pacchetto di sanzioni economiche contro l'Ungheria nel caso in cui il governo di Budapest non darà la propria approvazione alla fornitura di aiuti all'Ucraina continuando nella propria linea di veto. Secondo il britannico Financial Times, l'obiettivo più o meno dichiarato dell'Ue è costringere l'Ungheria a revocare il veto sul pacchetto da 50 miliardi di euro di aiuti destinati a Kiev nell'ambito del progetto finanziario pluriennale che i leader discuteranno dopodomani, nel corso di un summit Ue straordinario. I vertici dell'Unione avrebbero già avvertito Budapest che se non cambierà la sua posizione intransigente e da molti ritenuta pro Putin, vista la manifesta contiguità tra il leader ungherese Viktor Orbàn e lo Zar, gli altri Paesi membri non forniranno più aiuti finanziari all'Ungheria. Un atto che avrebbe come conseguenza diretta la riduzione dell'interesse degli investitori nei confronti dell'Ungheria con un conseguente crollo del fiorino ungherese, la valuta nazionale, oltre a una serie di problemi economici, fra cui la perdita di posti di lavoro e un rallentamento della crescita economica.
Secondo quanto filtra la pressione europea avrebbe convinto Orbàn ad accettare un compromesso. Anche perché l'economia di Budapest è caratterizzata da un marcato disavanzo pubblico, un'elevata inflazione, una valuta debole e un servizio del debito oneroso. Inoltre, l'economia ungherese dipende in gran parte dai finanziamenti esteri, in particolare dai fondi dell'Ue. Il ministro per gli Affari europei ungherese Janos Boka ha detto che l'Ungheria è pronta a sostenere il piano di aiuti da 50 miliardi di euro per l'Ucraina, ma chiede in cambio il diritto di veto annuale sui pagamenti.
Diversi Paesi membri hanno già rispedito al mittente la proposta, temendo che Orbàn sfrutterebbe il diritto per bloccare i pagamenti ogni anno, e utilizzerebbe la concessione per ottenere concessioni e tenere di fatto il coltello dalla parte del manico.
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