"Se si allentano le misure, la curva risalirà"

Fondazione Gimbe: "Scelte coraggiose e impopolari"

"Se si allentano le misure, la curva risalirà"

Allentare o no le restrizioni in vista del Natale? E se sì, quanto allentarle? La politica ne discute da settimane, per far ripartire i consumi e per consentire agli italiani di festeggiare con i parenti, ma per l'European Centre for Disease Prevention and Control cedere alla «tentazione» di alleggerire le misure anti-Covid per le festività non è una buona idea. Aggiornando le proiezioni sull'epidemia nella Ue e nel Regno Unito, l'Ecdc ha concluso che seppure l'incidenza del Covid sia in calo e i numeri sono destinati a scendere ancora, ridurre ora le restrizioni porterebbe ad un rapido aumento dei contagi, dei ricoveri e dei decessi.

Dello stesso avviso la Fondazione Gimbe, che per mettere in guardia sui rischi di revocare le regole cita proprio i modelli predittivi pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie: se ciò accadesse il 7 o il 21 dicembre, gli ospedali ne risentirebbero in prossimità del Natale o nella prima settimana di gennaio. «Considerato che oltre l'1% della popolazione è attualmente positivo all'infezione - spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe - la circolazione del virus nel nostro Paese è ancora molto elevata. E in questa fase di lenta discesa della curva dei contagi l'incremento dei nuovi casi post-allentamento delle misure sarà visibile non prima di 2-3 settimane».

La Fondazione che monitora l'epidemia si appella alla responsabilità di Governo e Regioni: «Servono scelte coraggiose anche se impopolari, perché i dati e l'allarme dell'Ecdc non lasciano adito a dubbi». «Un imprudente allentamento delle misure rischia di provocare entro fine anno una nuova inversione della curva dei contagi che si riflette poi su ospedali ancora in sovraccarico e con il picco dell'influenza stagionale in arrivo», insiste il presidente, Nino Cartabellotta, mettendo in guardia sul rischio che la coincidenza tra i primi effetti delle misure con le imminenti festività, a pochi giorni dal nuovo dpcm, finisca per distorcere la valutazione oggettiva del quadro epidemiologico. Perché l'infezione sta rallentando, ma siamo in piena seconda ondata. C'è una riduzione dei nuovi casi nella settimana dal 18 al 24 (216.950 vs 242.609) e una lieve diminuzione del rapporto positivi/casi testati. Rallenta anche l'incremento dei ricoveri con sintomi e in terapia intensiva.

I decessi, invece, sono ancora in aumento. «Per allentare la pressione negli ospedali ci vorrà molto più tempo rispetto alla primavera, perché l'entità delle attuali misure di contenimento è nettamente inferiore al lockdown totale», dice Cartabellotta.

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