«La libera concorrenza tra le imprese non potrebbe realizzarsi se il consumatore non fosse messo in condizione di potere esercitare a pieno, con libertà e con consapevolezza la propria facoltà di scelta selezionando le offerte di mercato». Secondo Roberto Rustichelli questa è la funzione precipua dell'Antitrust: salvaguardare la libertà di scelta del consumatore dall'interferenza di soggetti in grado di restringere la concorrenza. E non a caso nell'ultima relazione annuale presentata al Senato aveva anticipato come i colossi dell'hi tech fossero tutti oggetto di indagine da parte dell'Authority.
Ieri uno di questi «processi» è giunto alla sua naturale conclusione con l'irrogazione di una multa monstre da 1,12 miliardi la cui entità, salutata con favore dalla Commissione Ue, fa intendere come questo percorso sia stato seguito in stretta collaborazione con Bruxelles. Il mese scorso, infatti, il Tribunale Ue ha confermato la multa da 2,4 miliardi di euro comminata dall'Unione a Google per aver ristretto la concorrenza nei servizi di shopping comparativo. Il messaggio che giunge dall'altra parte dell'Atlantico (e che Rustichelli condivide appieno) è chiaro: sulla global minimum tax da applicare alle multinazionali e su cui il G7 ha trovato un'intesa non si può tornare indietro, nonostante a Washington non proprio tutti siano d'accordo con Biden.
La tradizionale autonomia dell'Antitrust, che spesso ha causato irritazione nel sottobosco politico romano, è stata in questo caso ulteriormente preservata da Palazzo Chigi e dal ministero dello Sviluppo economico. Non a caso il viceministro Gilberto Pichetto ha annunciato un emendamento alla manovra proprio per sostenere le strategie e-commerce delle Pmi. Da quando Rustichelli si è insediato alla presidenza Antitrust tre anni fa nessun gigante è sfuggito al severo scrutinio dell'Authority.
Google ha ricevuto di recente due multe (una da 100 milioni per l'apertura di Android Auto ad App di terze parti e una da 10 milioni per l'utilizzo indebito dei dati personali). Apple è stata sanzionata per 10 milioni sempre per la tutela della privacy. Ma anche Eni, Enel e Poste sono state multate dall'Authority, che pure sull'integrazione Intesa-Ubi ha condotto un accurato approfondimento.
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