Doveva essere un sogno realizzato, una promessa mantenuta: la Senna come vetrina di una Francia efficiente e pulita, accogliente e divertente. E di una Parigi rinata, verde e pronta a diventare madrina dello sport, anche acquatico. Il Comune invitava da giorni le tv a seguire l'evento che avrebbe dovuto aprire la strada alle Olimpiadi 2024. Invece la maledizione della Senna ha colpito ancora, e ieri, davanti agli occhi del mondo, la sindaca Anne Hidalgo ha dovuto incassare l'ennesima figuraccia. Primo test fallito per i Giochi Olimpici 2024 nella capitale francese. Annullata la 10 km in acque libere in programma dal ponte Alexandre-III, valida come test event olimpico. La causa? Forti piogge hanno saturato la rete fognaria e riportato le acque reflue nel fiume. Terzo stop in tre giorni, stavolta definitivo.
Ieri mattina, Parigi ha smantellato le piattaforme da cui si sarebbero dovuti immergere gli atleti. La Federazione internazionale di nuoto ha rispedito tutti a casa: «Prima la sicurezza». Parigi bocciata. E presidente della World Aquatics, Al Musallam, «deluso». Non si poteva fare altrimenti. L'analisi di un campione d'acqua ha mostrato una concentrazione del batterio Escherichia Coli di 1.300 Ufc/100 ml, mentre si impone un tasso inferiore a mille: «La qualità rimane al di sotto degli standard accettabili», ha commentato Al Musallam.
La gara femminile di sabato era già stata rinviata di 24 ore e le prove di venerdì annullate per gli stessi motivi. I presupposti di una Senna balneabile c'erano, per il Comune. Ma dal 20 luglio al 2 agosto è piovuto «quattro volte più della media degli ultimi vent'anni», secondo la prefettura dell'Ile-de-France, che giovedì metteva già le mani avanti parlando di «temporanea degradazione». Hidalgo ha insistito. Ma un antico adagio della politica parigina dice che sulla Senna non bisogna far premesse dopo quella del 1988 di Chirac. «Fra tre anni farò il bagno nella Senna davanti a testimoni», proclamò l'allora primo cittadino: 35 anni dopo, il «sogno» tarda a concretizzarsi nonostante il miliardo e 400 mila euro investiti per i Giochi. L'annullamento della competizione è un duro colpo. La Federazione internazionale precisa d'aver compreso che «le infrastrutture miglioreranno da qui ai Giochi». Ma la certezza non c'è, se non l'ottimismo di Hidalgo e dell'Eliseo. «Siamo sulla buona strada per rendere balneabili la Senna e la Marna», assicurava lo scorso 13 marzo Macron. Allora mancavano 500 giorni alle Olimpiadi. L'orologio accelera, e la disfatta di ieri fa chiedere agli atleti se ci sia un Piano B. Dietro le quinte si parla di meccanismo inceppato. «Lavori entro metà 2024 - assicura il vicesindaco con delega allo Sport Pierre Rabadan - in particolare il bacino di stoccaggio in costruzione alla Gare d'Austerlitz, con capacità di 50mila m3 di acqua, pari a venti piscine olimpioniche, che eviterà la saturazione delle fognature e lo scarico nella Senna».
Brigitte Légaré, del Comitato organizzatore dei Giochi, taglia corto: «No a piani B, nuoteremo nella Senna». Tempi stretti, ammette, «gare previste l'8 e il 9 agosto, prima della fine dei Giochi, l'11 agosto 2024». Lo scorso 9 luglio Hidalgo aveva perfino indicato tre siti per la balneazione pubblica, dal 2025, postando su Twitter il video dei suoi vice alle prese con i tuffi. «Nuotiamo nella Senna, è solo l'inizio», scriveva la socialista.
Ma a causa degli alti tassi di «contaminazione fecale» e batteri responsabili di gastroenterite e infezioni urinarie il sogno resta nel cassetto. Lo è dal 1923. E se una deroga fu concessa ai triatleti nel 2000, ritirata poi nel 2013, l'Escherichia Coli ferma ancora il nuoto francese (e mondiale).
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