Sequestrato a 4 anni in casa dal padre. Liberato solo dopo 18 ore da incubo

L'uomo, separato, aggredisce l'assistente sociale e si barrica

Sequestrato a 4 anni in casa dal padre. Liberato solo dopo 18 ore da incubo

Ha aperto la porta dopo 18 ore, un tempo infinito e drammatico durante il quale ha tenuto sotto sequestro il figlio di 4 anni barricandosi in casa.

È stato il complesso ma felice epilogo di una vicenda che per quasi due giorni ha tenuto il Bresciano col fiato sospeso. Tutto comincia nel pomeriggio di mercoledì, quando un uomo di 35 anni agli arresti domiciliari per violenza domestica aggredisce un'assistente sociale, scappa con il bambino affidato alla madre e poi si chiude nell'abitazione col figlio. Il sequestro avviene all'aria aperta e alla luce del sole: l'incontro protetto tra padre e bimbo alla presenza di un'assistente è infatti previsto in un'area giochi nel cuore della Franciacorta. Ma l'uomo, di origine rumena, dimostra subito di non voler accettare l'affidamento alla madre. Minaccia l'assistente sociale mostrando una pistola con la matricola abrasa, l'aggredisce fisicamente e le strappa dalla braccia il figlio, dandosi alla fuga in Tangenziale. Scatta subito l'allarme e parte la caccia all'uomo: nella tarda serata di mercoledì i carabinieri rintracciano il 35enne col figlio in un appartamento di Roncadelle, comune dell'hinterland bresciano. L'uomo non vuole uscire e tiene in casa il piccolo, che non si sarebbe accorto di niente continuando a giocare in quella che era la sua cameretta. Arrivano anche le unità antiterrorismo e un militare negoziatore, mentre i carabinieri chiudono tutto l'isolato. Sono momenti di alta tensione. Comincia una lunghissima trattativa che prosegue senza sosta per tutta la notte. L'impasse si sblocca solo nella tarda mattinata di ieri, quando l'uomo apre la porta e fa uscire suo figlio, subito affidato ai servizi sociali. Poi nella casa di Roncadelle entrano anche i carabinieri per fermare il sequestratore.

«Il bambino sta bene e il padre si è pentito del gesto che ha fatto. Sarà arrestato per sequestro di persona», ha spiegato uscendo dall'appartamento il procuratore capo Francesco Prete, che ha coordinato la fase più delicata della negoziazione. L'uomo, che era separato dalla mamma del bambino, non era nuovo a simili reazioni: proprio un anno fa aveva aggredito la ex moglie e l'avvocato di lei perché avrebbe voluto vedere il figlio più spesso. Era il 14 novembre del 2021 e lui armato di coltello aveva fatto irruzione nello studio legale dell'avvocato della ex, ferendola. Per questo motivo era agli arresti domiciliari con l'accusa di lesioni aggravate, mentre da allora la donna si trova ospite di una struttura protetta. Ma c'è un lungo filo che lega i due episodi a un anno di distanza: anche durante le interminabili ore in cui è rimasto barricato il 35enne avrebbe avanzato ai militari sempre la stessa richiesta, quella di vedere più spesso il figlio.

«Non è un mostro - racconta un amico a Today alla fine dei negoziati -, voleva essere solo lasciato in pace e vedere il figlio da solo, senza la presenza di estranei». Di certo ora la sua posizione diventa ancora più complicata.

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