Lei poco più di una bambina, lui il suo allenatore di calcio, un uomo adulto, che avrebbe abusato sessualmente della sua allieva, approfittando tra l'altro delle sue debolezze. Il mister di una squadra dilettantistica femminile, 42 anni, originario della provincia di Rimini, ora è indagato per abusi su un'atleta di 13 anni e nei suoi confronti è stato emesso un divieto di avvicinamento alla ragazzina.
Una brutta storia sulla quale i carabinieri, coordinati dalla Procura di Rimini, indagano dalla scorsa estate, da quando la mamma della vittima era stata informata che la figlia aveva avuto rapporti sessuali con l'allenatore dai medici del reparto di neuropsichiatria infantile dove era ricoverata l'adolescente, affetta da disturbi della sfera alimentare sfociati in gravi tentativi di autolesionismo. Ai terapeuti la 13enne aveva confidato di avere una relazione con il mister, sostenendo inizialmente che si trattava di un amore platonico nato dalla sua disponibilità a prendersi cura di lei per aiutarla ad affrontare un periodo di forte disagio. L'uomo sarebbe riuscito anche a conquistare la fiducia dei genitori della giovane calciatrice, che adesso ha 14 anni, tanto da riuscire a trascorrere molto tempo con lei, anche di notte, a casa sua, in un piccolo comune della provincia di Rimini. La ragazzina si era probabilmente infatuata di quell'uomo che le dimostrava tutte quelle attenzioni e avrebbe ceduto alle sue insistenze consumando con lui rapporti sessuali completi.
La verità è cominciata a venire a galla quando la ragazza si è dovuta sottoporre ad una visita ginecologica. In un primo momento si era rifiutata di farsi visitare, senza apparente motivo, per poi raccontare di avere avuto rapporti sessuali con il mister. Nel suo telefonino - si è scoperto poi quando è partita l'inchiesta - aveva chiesto al 43enne quali risposte avrebbe dovuto dare ai medici che l'avrebbero visitata. Messa al corrente del fatto, la madre della ragazzina ha presentato immediatamente una denuncia. Quando ha cominciato a capire che la vicenda stava venendo alla luce, l'allenatore aveva provato a convincere la sua allieva che il loro era un rapporto platonico, come tra padre e figlia. Mettendo in atto una serie di condizionamenti psicologici, aveva poi cercato di convincere l'adolescente a non rivelare quello che era accaduto tra loro e ad interrompere la relazione. Quando le scriveva, per evitare di essere scoperto, stava ben attento ad inviare i messaggi utilizzando la modalità del cellulare che ne prevedeva l'autocancellazione.
Quando la madre della 13enne ha fatto partire la denuncia, le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce la squallida vicenda e il nome dell'allenatore è finito nel registro degli indagati. All'uomo, difeso dall'avvocato Francesco Vasini, è stata per il momento notificata l'ordinanza di divieto di avvicinamento emessa dal gip Raffaella Ceccarelli. La vittima è invece seguita dall'avvocato Tiziana Casali.
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