Sette giorni di pienone al meeting del "Giornale"

Tutto esaurito in sala per gli incontri coi protagonisti della politica

Sette giorni di pienone al meeting del "Giornale"

Abano Terme (Padova) - Un successo senza precedenti grazie agli ospiti di eccezione e al pubblico numeroso che ha condiviso e apprezzato l'impegno del nostro quotidiano. Il Sesto Meeting annuale dei lettori del Giornale si è infatti concluso nella cornice dell'Hotel Mioni Pezzato ad Abano Terme. Una settimana intensa di incontri e dibattiti che hanno visto i nostri giornalisti alle prese con i protagonisti della politica. Ogni giornata è stata scandita da appuntamenti importanti, con un scaletta di ospiti che hanno incontrato il favore dei lettori, i quali non hanno risparmiato domande scomode sia ai giornalisti, guidati dal direttore Alessandro Sallusti e dai suoi vice Salvatore Tramontano e Giuseppe De Bellis, sia agli esponenti politici, costretti a accettare il confronto. Ad aprire la kermesse è stato il governatore forzista della Liguria Giovanni Toti, che dopo aver affrontato temi politici di attualità, come la compattezza dell'alleanza con Lega e Fratelli d'Italia, si è soffermato sulla questione etica e cioè sulla proposta di legge sulle unioni civili. «Credo che il ddl Cirinnà sia una forzatura ha detto tra gli applausi - Il giusto equilibrio è l'estensione dei diritti per tutti. Ma non si possono estendere i diritti di qualcuno a danno dei diritti dei più deboli, che sono i bambini. Sulle adozioni, quindi, non sarò mai d'accordo». Una sala conferenze sempre sovraffollata ha accolto anche altri ospiti, come il leader della Lega Matteo Salvini, il quale ha ribadito la sua battaglia contro l'immigrazione incontrollata e la politica delle porte aperte del governo. «L'immigrazione è un progetto per annientare la nostra civiltà», ha affermato senza mezzi termini. Dopo Salvini, è stata la volta di un'applauditissima Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, che ha affrontato più temi premendo il tasto, però, sulla vicenda delle banche che hanno visto protagonista il padre del ministro Boschi. «Se al posto del ministro Boschi e di Renzi ci fossimo stati io e Berlusconi, il governo sarebbe già caduto e noi saremmo sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati».

Ma a rendere interessanti e dibattuti gli incontri sono stati anche altri ospiti, come Renato Brunetta, Luca Zaia, Vittorio Feltri, Magdi Allam e i reporter di guerra del Giornale, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin. Tutto ciò, però, è stato possibile grazie ai nostri lettori, ai quali diamo appuntamento il prossimo anno.

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