«Serve un nuovo grande Patto per l'Italia; scelte per l'Italia del futuro; scelte anche controvento; serve il coraggio del futuro». Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nella prima sua assemblea pubblica (rinviata causa Covid rispetto al tradizionale appuntamento di maggio) al timone di Viale dell'Astronomia, tende una mano al governo dopo le sferzate degli ultimi mesi e chiama tutta la classe dirigente a definire obiettivi comuni per l'utilizzo dei 209 miliardi del Recovery Fund.
È necessaria, secondo Bonomi, «una visione di fondo che deve scrutare in profondità i mali italiani, ma guardare lontano perché neanche 200 miliardi possono risolverli dandone una goccia a tutti». Il modello individuato è Relance France, il piano del presidente da Macron da 100 miliardi incardinato su tre priorità: sostenibilità sociale, ambientale e competitività delle imprese. «Aderire allo spirito della Ue significa una visione diversa dai sussidi per sostenere i settori in difficoltà», ha aggiunto Bonomi, rivolgendosi al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, presente in platea. «I sussidi - ha proseguito - non sono per sempre, né vogliamo diventare un Sussidistan; servono condizioni regolatorie e di mercato tali da tornare ad accrescere produzione e occupazione». Il discorso a tratti diventa un appello al premier. «Presidente, lei ha detto se sbaglio sull'utilizzo del Recovery Fund, mandatemi a casa. No, se si fallisce nella definizione delle misure da presentare all'Europa, non va a casa solo lei. Andiamo a casa tutti», ha sottolineato il numero uno di Confindustria.
Ecco perché sulla riforma previdenziale post quota 100 è stato lanciato un avviso. «Non bisogna immaginare nuovi regimi che continuerebbero a gravare sulle spalle dei più giovani», ha detto anticipando che a fine ottobre Confindustria presenterà una propria proposta. Allo stesso modo, Bonomi è tornato sulla questione delle risorse europee. «Auspico che il governo faccia la scelta del Mes e non lo subisca come un problema di cassa», ha rimarcato il presidente di Confindustria ricordando che «il processo del Recovery Fund sarà lungo e non vorremmo trovarci a scoprire che la parte percepita in trasferimenti sia finanziata con nuove tasse a carico delle imprese». Non meno diretto il discorso nei confronti del sindacato. «La nostra proposta di riforma degli ammortizzatori sociali (basata sullo smontaggio del reddito di cittadinanza; ndr) non ha avuto seguito» e sul rinnovo dei contratti «le regole si rispettano».
Accondiscendente il presidente del Consiglio. «Con lo stesso spirito di unità, così come abbiamo affrontato la sfida della pandemia, contribuiremo tutti insieme a vincere la sfida della ripartenza», ha replicato il premier nel suo intervento promettendo che «per il Piano ci doteremo di uno strumento normativo ad hoc e intendiamo rinnovare e rendere più attrattiva la Pa». Ancor più incisivo il ministro dello sviluppo, Stefano Patuanelli, che per due ore ha «dimenticato» di essere un esponente M5s. «Tu hai parlato di un Patto - ha detto rivolgendosi a Bonomi - e noi accogliamo ma solo alla condizione che lo facciamo tutti insieme». E poi ha enfatizzato «il diritto di fare impresa senza essere oppressi dalla burocrazia», promettendo anche una stabilizzazione per via legislativa del superbonus al 100% per far ripartire l'edilizia.
«Negli interventi di Conte e Patuanelli c'è stata un'apertura molto forte che non avevamo registrato finora», ha risposto Bonomi in conferenza stampa.
All'appello di Confindustria hanno già risposto positivamente il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, la leader della Cisl Annamaria Furlan, mentre Forza Italia, Fdi e Iv sono state le prime forze a salutare con entusiasmo la proposta. Ora sono tutti attesi alla prova dei fatti.
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