La sfida di Salvini ai grillini: daremo aiuti alle famiglie

Il ministro agli alleati: "Orgoglioso di essere sfigato e difendere mamme e papà. E la 194 non si tocca"

La sfida di Salvini ai grillini: daremo aiuti alle famiglie

Matteo Salvini la tocca piano contro Luigi Di Maio: «Qualche collega di governo forse distratto ha detto che qui ci sono visioni sfigate della famiglia. Se sfigato significa difendere la famiglia tradizionale, mamma, papà, magari con l'aggravante di essere cristiani e cattolici, allora io sono orgoglioso di essere sfigato. A chi dice che qua si guarda al passato, dico che invece qui si guarda al futuro, si guarda avanti e non indietro». Il vicepremier arriva al Congresso mondiale delle famiglie nel momento della massima tensione, poco dopo che il corteo delle proteste ha sfiorato piazza Bra tra insulti e fumogeni, e aggiunge attrito ad attrito. I suoi bersagli sono «le polemiche inventate e senza senso» della vigilia «che mi fanno vergognare di essere giornalista», le femministe «che se la prendono con le famiglie invece che con l'estremismo islamico dove la donna vale meno di zero», le «barbarie» della teoria gender e dell'utero in affitto, «un'aberrazione umana».

Ma soprattutto Salvini se la prende con gli «amici di governo». «Dicono che a Verona c'è odio? Sì, c'è odio, ma fuori di qui. Di Maio sbaglia piazza». Ce n'è anche per il ministro della Giustizia, Vincenzo Spadafora: «Pensi a rendere più veloci e meno costose le adozioni per le 30mila coppie italiane che aspettano un bambino». Questione sulla quale il ministro dell'Interno si aspetta di più anche dal presidente del consiglio: «Si è fatto carico personalmente del tema adozioni. Sarò il prima a stimolarlo». Giuseppe Conte ha ribattuto con una nota che la delega per le adozioni internazionali fa capo al ministro leghista Lorenzo Fontana. Ma tra premier e vice ormai lo scontro è aperto: ai giornalisti che gli chiedono della posizione di Conte sullo ius soli, Salvini risponde che «ormai non lo sorprende più nulla». In ogni caso, «sullo ius soli la discussione è inutile».

Se i grillini protestano che i temi a difesa della famiglia non appaiono nel contratto di governo, la triade leghista (oltre a Salvini ieri pomeriggio sono intervenuti anche Marco Bussetti e Lorenzo Fontana) ribatte con un lungo elenco di cose che invece impegnano l'esecutivo e strappano applausi alla platea del Congresso: asili nido gratis, assegni di maternità, sostegno ai genitori separati, misure per conciliare i tempi di famiglia e lavoro, fino a una vera riforma legislativa con un codice della maternità. «Occorre modificare il diritto di famiglia», sottolinea il ministro dell'Interno, spiegando che «il ddl Pillon è solo un punto di partenza». E aggiunge: «Lavoriamo a una riforma del fisco perché la famiglia diventi un soggetto fiscale riconosciuto».

A Verona la polemica tra Lega e Cinque stelle, che nei giorni scorsi era stata sugli slogan, è diventata un divorzio etico sui contenuti stessi dell'azione del governo. Salvini è stato chiaro. Ai congressisti ha detto: «Contate su di me, ritenetemi al vostro fianco, ciascuno con le sue peculiarità. Non cerco voti, voglio costruire una comunità per il futuro». Non è un'identificazione: il vicepremier non nega di essere un padre divorziato e di aver «commesso molti errori», e ripete che i diritti acquisiti non si toccano, compresa la legge sull'aborto. «Non sono qui per togliere niente a nessuno insiste il leader leghista -, ognuno nella vita privata fa quello che vuole. Ma voglio difendere il diritto di chi non ha voce, a partire dai bambini.

Un matrimonio può finire ma gli errori degli adulti non devono ricadere sui più piccoli». Salvini ha pure annunciato una commissione d'inchiesta sulle case famiglia «che fatturano milioni di euro sulla pelle dei minori».

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