Prima li ha ammazzati accoltellandoli. Poi l'ha fatta finita con la stessa arma. Un padre ieri pomeriggio a Sant'Ambrogio di Trebaseleghe, un comune nel padovano, prima ha ucciso i due figli di 15 e 13 anni e poi si è tolto la vita.
La tragedia è stata scoperta poco dopo l'ora del pranzo nella villetta di via Sant'Ambrogio, la via principale omonima della frazione, dallo zio dei due ragazzi. È stato l'uomo, dopo l'inquietante ritrovamento dei cadaveri, a chiamare subito i carabinieri. La ragazzina aveva 15 anni e si chiamava Francesca. Il fratello, Pietro, di anni ne aveva 13. Il padre killer, Alessandro Pontin, aveva 49 anni.
Ieri sera i carabinieri stavano ancora facendo i rilievi e all'interno dell'abitazione c'erano i medici legali. Gli uomini della scientifica nel pomeriggio hanno fatto tutti gli accertamenti sul luogo del duplice delitto. Una tragedia di cui ancora non sono chiari i contorni. L'uomo ha lasciato una lettera, ma non risulta scritta alcuna motivazione.
«La ricostruzione che abbiamo finora - spiegano gli investigatori al Giornale - è che intorno alle 13.45, i parenti che abitano al piano di sotto dell'abitazione, non vedendoli venire giù per pranzo si sono insospettiti. Probabilmente dovevano pranzare insieme per il pranzo della domenica. Sono andati al piano di sopra dove vivevano il padre e i due figli e li hanno trovati tutti e tre morti. È stato sicuramente un duplice omicidio-suicidio».
L'uomo ha ammazzato i figli con un coltello. E poi con quella stessa arma si è ucciso. In un primo momento sembrava che i ragazzi fossero stati colpiti a letto, mentre dormivano, ma da una ricostruzione più accurata sembra che Francesca e Pietro abbiano cercato di scappare e che il padre li abbia uccisi a sangue freddo.
«L'uomo ha lasciato uno scritto - spiegano gli investigatori - ma non c'è alcuna motivazione all'interno». Inizialmente sembrava anche che l'uomo avesse sequestrato i due ragazzi, ma poi è stata fatta la scoperta. Il padre era separato dalla moglie da alcuni anni. La donna è stata avvertita e ha accusato un malore e ieri poi è stata ricoverata in ospedale in stato di choc. Subito in paese si è sparsa la notizia. E intanto davanti la villetta, anche una schiera di curiosi. Un comune piccolo quello di Trebaseleghe, di poco meno di 13mila abitanti, abituato a una vita tranquilla, che scandisce ancora il far del giorno con il lavoro sui campi.
Sul posto sono subito arrivati i carabinieri della stazione di Cittadella che hanno effettuato i rilievi. Anche il sindaco Antonella Zoggia avvertita immediatamente è andata nella villetta di via Sant'Ambrogio. «Io in realtà ho sentito che c'era qualcosa che non andava - racconta Zoggia al Giornale - e così sono andata lì nel pomeriggio. Sono stata avvertita dalla prefettura della morte dei due ragazzi e del suicidio del padre. Non li conoscevo personalmente. Lui era originario di Sant'Ambrogio. Era separato da tempo ormai, da diversi anni. E abitava lì a Sant'Ambrogio in quella villetta. Davvero inspiegabile questa cosa perché non era una persona che avesse mai manifestato un disagio psichico e non era nemmeno conosciuta dai nostri servizi sociali. Qualche amico ha detto era sempre una persona sorridente. Anche se fosse per la separazione, era avvenuta da molto tempo. Nemmeno come carattere, non era una persona ombrosa dicono. Non ho spiegazioni.
Non ci sono spiegazioni. Se non l'orribile fragilità umana nella nostra mente. È terribile. Non so come possa stare la madre. La tragedia della madre è qualcosa di orribile». Chi conosceva i ragazzi e il padre, è sconvolto.
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