Spesso sono stati definiti inadeguati o non altezza del ruolo che avevano assunto. E mai come in questi giorni ne abbiamo avuto la conferma. Di chi parliamo? Di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, e di chi altri D'altronde è sotto gli occhi di tutti come sia stata affrontata l'emergenza pandemia, soprattutto la farraginosa Fase 2, con decreti incomprensibili che impiegano tempi biblici per essere varati e con soldi, dalla cassa integrazione ai bonus fino ai finanziamenti bancari, che la maggior parte delle imprese e dei lavoratori non hanno mai visto. E allora, vuoi per staccarsi un poco dagli affari di Stato, che evidentemente non sembrano urgenti, vuoi per cercarsi un palcoscenico per farsi belli agli occhi della gente, che in questo momento non li ama, ecco che il gatto e la volpe (decidete voi chi sia l'uno e chi sia l'altro) hanno deciso di precipitarsi a Ciampino per accogliere in trionfo la malcapitata Silvia Romano, reduce dalla prigionia in Somalia. «Che bello spot - si sono detti bisogna approfittarne». Ed eccoli sgomitarsi per ricevere la cooperante, come due impresari cinematografici che accolgono una star e si fanno belli al suo fianco per la gioia dei paparazzi. Peccato che la protagonista non sia arrivata per recitare, ma per mostrare al mondo la sua conversione all'islam, indossando quella palandrana verde che in Somalia non è il costume locale, ma il simbolo dell'oppressione jihadista.
E così la spettacolarizzazione messa in atto dai due dilettanti allo sbaraglio non è stata uno spot per la loro immagine ma solo per quella dei banditi jihadisti che hanno rapito Silvia Romano. Eppure, gli agenti dell'intelligence, che l'avevano prelevata in Somalia, si erano premurati di avvertire il governo che la ragazza si era convertita e che sarebbe scesa dall'aereo senza alcuna intenzione di togliersi quel simbolico abito. Niente da fare. I due, come bambini intorno a un vaso di nutella, non hanno sentito ragioni e non hanno esitato di andare a prendersi l'oscar di babbei mediatici. Un trionfo, non per loro, ma per il mondo jihadista, che in queste ore non fa altro che gongolare per il successo propagandistico, con le immagini di Silvia velata, mentre scende dall'aereo e proclama la sua libera conversione all'islam, che rimbalzano su tutti i siti integralisti. Ma quanta nuova energia ha sprigionato questo spettacolo indecoroso in quel mondo oscuro dell'integralismo islamico? Quanto ha motivato altri giovani indottrinati ad avvicinarsi a quei gruppi terroristici che, grazie anche alla risonanza mediatica concessa da Conte e Di Maio, mietono ai loro occhi vittorie di tale spessore? Come se non bastasse, il portavoce dei terroristi, Ali Dehere, intervistato da Repubblica ha affermato gongolante che i soldi del riscatto «serviranno ad acquistare armi, di cui abbiamo sempre più bisogno per portare avanti la jihad, la nostra guerra santa». Forse andrebbe ricordato alla formidabile coppia che in Somalia operano oltre 120 militari italiani, impegnati nell'addestramento delle forze di sicurezza locali nell'ambito della missione europea Eutm. I nostri soldati sono stati più volte obiettivo degli attacchi di Al Shabab, cioè proprio il gruppo terroristico che ha rapito Silvia e che ha gradito molto lo spot di Ciampino.
Con l'Isis alle strette, nonostante non sia sconfitto, con Al Qaeda indebolita e ancora in cerca di un capo e con i talebani divisi sugli accordi di pace con gli Usa, la
pagliacciata mediatica del duo Conte-Di Maio ha permesso a un altro soggetto, Al Shabab, di salire come protagonista sul palcoscenico internazionale della jihad. Complimenti, un ottimo lavoro come sempre. Grazie per quello che fate.
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