Nonostante gli scandali della Banca Etruria. Nonostante la sonora bocciatura della riforma della Costituzione. Nonostante le promesse di lasciare la politica in caso di vittoria del No al referendum (guarda il video). Maria Elena Boschi è ancora lì. Inamovibile. Dal dicastero per le Riforme a sottosegretario di Stato con funzione di segretario del Consiglio dei ministri. Una nomina imposta da Matteo Renzi al neo premier Paolo Gentiloni che ha fatto infuriare tutti, dai dem alle opposizioni, dai social network ai grandi giornali. "Al prossimo flop - sentenzia qualcuno - la metteranno a fare la presidente della Repubblica".
La Boschi non solo non lascia la poltrona, ma addirittura raddoppia i poteri. Perché, pur non essendo più ministro, resta a Palazzo Chigi assumendo le massime deleghe operative, come nuovo "sottosegretario alla presidenza del Consiglio con funzione di segretario del Consiglio dei ministri". Questo significa che la Boschi avrà il potere sulla "firma dei decreti, degli atti e i provvedimenti di competenza del presidente del Consiglio dei ministri". È in assoluto la prima donna a occupare una casella cruciale a palazzo Chigi, con il ruolo formale dedicato alla cura della verbalizzazione e la conservazione del registro delle deliberazioni del Consiglio dei ministri, secondo la lettera della legge 400 sulla presidenza del Consiglio. In realtà, è uno snodo cruciale, e non a caso il precedente più illustre rinvia a Giulio Andreotti, nominato nel 1947 sottosegretario, non ancora trentenne, alla presidenza del Consiglio da Alcide De Gasperi.
Insomma un potere enorme, altro che passo indietro dopo il flop al referendum. "Si sarebbe dovuta nascondere nei caveau di Banca Etruria...", tuonano molti utenti su Twitter. La bocciatura è unanime. Per Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, è "una vera offesa a tutti gli italiani e a tutti gli elettori fatta da Renzi e da Gentiloni che mina dall'inizio la credibilità di questo governo". "E il premio 'poltronara' dell'anno va a... ridicola!", cinguetta Matteo Salvini subito dopo il giuramento del nuovo governo. Per i grillini, poi, la promozione della Boschi fa il paio con la scalata di Angelino Alfano dal Viminale alla Farnesina. "Questi - tuona Alessandro Di Battista - sono i giochetti squallidi di truffatori". Neppure la sinistra digerisce la nomina di Gentiloni. E, mentre Maria Elena fa il pieno di baci e abbracci alla Camera riunita per votare la fiducia al nuovo governo, il malcontento monta ovunque. Anche tra le fila del Pd.
"Ci sono riti che in politica, secondo me, vanno rispettati - commenta il deputato dem Davide Zoggia - se la Boschi non avesse fatto parte del governo, si sarebbe dato un segnalo chiaro al Paese". Ma questo segnale non è stato dato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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