Berino - È stato uno dei primi vescovi tedeschi a riconoscere le responsabilità della Chiesa cattolica nell'affrontare gli abusi sessuali sui minori. Ieri il vescovo di Osnabrück Franz-Josef Bode è diventato il primo alto prelato cattolico in Germania a dimettersi per lo stesso motivo. Papa Francesco ha accettato ieri il passo indietro del prelato 72enne che in una dichiarazione pubblica ha spiegato il senso di una decisione «che è maturata in me negli ultimi mesi». A cominciare dalla relazione preliminare preparata e diffusa lo scorso settembre dall'Università di Osnabrück sulle violenze a sfondo sessuale nella diocesi locale in cui si elencavano gli errori commessi dalla curia. Nel video messaggio pubblicato online, Bode ha spiegato di essersi concentrato troppo sui colpevoli e sull'istituzione, ha ammesso di non aver tutelato a sufficienza le vittime delle violenze, riconoscendo di aver agito male e con troppa esitazione. Quindi ha ricordato le misure da lui adottate per evitare il ripetersi di tali comportamenti, auspicando che il suo passo indietro sia «liberatorio» e possa riparare alla perdita di fiducia. «Oggi posso solo chiedere di nuovo perdono a tutti gli interessati», ha affermato.
Nel rapporto stilato dall'ateneo si legge che a un prelato che aveva avuto rapporti con una minorenne per molti anni, il vescovo aveva affidato un incarico di leader dei giovani; mentre in un altro caso avrebbe definito «una relazione» un caso di violenza sessuale contro un altro minore. Parole, quest'ultime, che gli erano valse una denuncia in Vaticano ai sensi del diritto canonico. Con le sue dimissioni, Bode, che ha fama di essere un prelato progressista, ha anche lasciato la vicepresidenza della Conferenza episcopale tedesca (Cet). Il presidente dei vescovi cattolici, Georg Bätzing, ha dichiarato di aver preso nota delle dimissioni di Bode «con grande rammarico e rispetto». A marzo del 2022, a offrire al Papa le proprie dimissioni (mai accettate) era stato l'arcivescovo di Colonia, il cardinale Rainer Maria Woelki, accusato di aver insabbiato alcuni casi di pedofilia.
Il passo indietro di Bode arriva 48 ore dopo l'ennesimo braccio di ferro fra la Curia romana e l'episcopato tedesco sulle coppie gay. A metà settimana monsignor Bätzing è andato in tv a ribadire che la Chiesa tedesca non ha intenzione di interrompere la pratica della benedizione delle coppie dello stesso sesso, in aperta sfida alla dottrina difesa dal pontefice romano.
Già nel 2019 monsignor Bode aveva aperto alla celebrazione delle nozze gay, attuando le decisioni del Cammino Sinodale tedesco lanciato dalla Cet e dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) «per convertire e rinnovare la Chiesa» colpita dagli scandali degli abusi sui minori.
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