Sindone, Expo e Giubileo: siamo davvero al sicuro?

Gentiloni: "Non siamo in guerra". Ma nel 2015 l'Italia sarà pericolosamente esposta agli attacchi. E Renzi tentenna. Sostieni il reportage

Sindone, Expo e Giubileo: siamo davvero al sicuro?

Dopo Parigi, Bruxelles e Copenaghen, gli italiani non si sentono più al sicuro. Dopo la Libia, ormai in mano ai miliziani dell'Isis, e l'Egitto, dilaniato dall'instabilità del dopo Mubarak, anche la Tunisia va ad aggiungersi tra gli Stati a rischio. "Oggi in Italia tutti i livelli di allerta di mobilitazione delle forze di sicurezza sono al massimo e concentrati sulla minaccia terroristica", ha assicurato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ad Agorà precisando, però, che "tecnicamente" siamo in "una fase di pre-massima allerta" terrorismo perché l’intelligence non ha "minacce specifiche". Eppure lo Stato islamico ha più volte minacciato Roma e il Vaticano. E il 2015 è segnato da appuntamenti di primissimo piano che potrebbero richiamare l'attenzione di terroristi e fanatici islamici.

All’indomani dell’attacco terroristico di Tunisi Gentiloni esorta da una parte a non cedere a "nessun allarmismo", ma dall’altra sottolinea che "è chiaro che tutti i meccanismi di allerta in Italia sono al massimo". "Dobbiamo proteggere i nostri confini, i nostri concittadini ed alzare i livelli di sicurezza sui possibili bersagli del terrorismo - ha assicurato il ministro - tutte cose che il ministero interno sta facendo". I servizi di intelligence sono già stati attivati. La Farnesina ha anche rafforzato la presenza navale nel Mediterraneo. "Finora - ha aggiunto - non esistono elementi di connessione tra fenomeno migratorio e terrorismo, ma nessuno può in teoria escluderlo". Alla Farnesina come anche a Palazzo Chigi, nessuno vuole ammetterlo ma la preoccupazione è ai massimi livelli. Nei prossimi mesi l'Italia ospiterà appuntamenti di primo piano che potrebbero attirare l'attenzione di sanguinari jihadisti. Il primo è l'ostensione della Sacra Sindone che, a partire dal 19 aprime, richiamerà fedeli e turisti a Torino per ben 67 giorni. Ad oggi ci sono già oltre 800mila prenotazioni. Il primo di maggio, poi, a Milano apirà i battenti l'Expo che fino al 31 ottobre ospiterà milioni di turisti, curiosi e addetti ai lavori da tutto il mondo. L'8 dicembre, infine, inizierà l'appuntamento più delicato dal punto di vista della sicurezza nazionale: il Giubile straordinario indetto da papa Francesco nei giorni scorsi.

Da gennaio di quest’anno, ha riferito, sono state controllate in Italia 4.432 persone nell’ambito della minaccia di matrice jihadista, sono state fatte 141 perquisizioni domiciliari, 17 persone sono state arrestate e 33 espulse. Proprio tra gli espulsi di queste ultime settimane, diversi quelli di nazionalità tunisina. E non mancano i tunisini tra i 69 foreign fighter che, in un modo o nell’altro, hanno avuto a che fare con l’Italia. Proprio dalla Tunisia si stima siano partiti qualche migliaio di combattenti per andare sotto la bandiera dello Stato islamico nei teatri di guerra siriano e iracheno. L’attenzione è dunque alta sui soggetti a rischio che potrebbero "attivarsi", c’è un massiccio monitoraggio della rete attraverso cui può avvenire la radicalizzazione e lo scambio di messaggi operativi. "Con il decreto che è all'esame in parlamento riguardante le nomre contro il terrorismo - assicura il ministro dell'Interno Angelino Alfano - abbiamo ampliato l'operazione Strade sicure destinando un contingente di 600 ulteriori unità delle Forze armate a disposizione del prefetto di Milano".

Ma siamo davvero al sicuro? Per quanto riguarda l'Expo fonti di intelligence fanno sapere che l'area rossa sarà circondata da un anello di sicurezza che sarà presidiato da agenti e metal detector. Per quanto riguarda il Giubileo straordinario, invece, la situazione è più complicata. In primis perché non si sa ancora se sarà articolato in giornate tematiche come avvenne nel 200 o spalmato su più chiese e, addirittura, più città.

In secondo luogo perché gli organizzatori si aspettano oltre 25 milioni di pellegrini e fedeli in arrivo a Roma. "L'Italia - ha assicurato Gentiloni - è un Paese sicuro che deve essere in allerta nei confronti delle minacce terroristiche, ma non deve sentirsi un Paese in guerra".

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