La sinistra lancia il nuovo Soumahoro

Un sudanese convinto a denunciare in Procura il governo per il rilascio di Almasri

La sinistra lancia il nuovo Soumahoro
00:00 00:00

Aventino sì, Aventino no, Aventino forse. Le opposizioni potrebbero tornare oggi in Parlamento per ascoltare l'informativa sul caso Almasri, prevista per l'ora di pranzo alla Camera e nel primo pomeriggio al Senato. Ma pongono condizioni precise: deve essere la premier in persona a spiegare tutti i passaggi della vicenda. Ma il M5S ha già fatto sapere che ci sarà. E tutto questo nel giorno in cui l'esposto Li Gotti comincia a produrre un effetto emulazione. Una delle vittime delle torture patite in Libia e di cui sarebbe responsabile proprio il generale Almasri, è andata in procura e ha denunciato per favoreggiamento il presidente del Consiglio, il ministro dell'interno Matteo Piantedosi e quello della Giustizia Carlo Nordio. Insomma, con il suo esposto l'avvocato Luigi Li Gotti sembra aver aperto un'autostrada ad accuse di ogni tipo contro l'esecutivo. Il procuratore di Roma Francesco Lo Voi tiene il punto e continua a ripetere di aver trasmesso al Tribunale dei ministri la denuncia per favoreggiamento e peculato perché non aveva margini di discrezionalità e non c'erano alternative, era un atto dovuto. Ma nella stessa magistratura si alzano pareri di segno opposto: Lo Voi avrebbe potuto decidere in altro modo e in ogni caso un magistrato non può mai essere un semplice passacarte. Fatto sta che ora anche un migrante proveniente dal Sud Sudan punta il dito contro Palazzo Chigi. Il tutto in un clima di grande tensione in cui l'opposizione attacca il governo. E rilancia critiche affilate. Ora sotto i riflettori arriva Lam Magok Biel Ruei, vittima e testimone delle violenze compiute dal generale Almasri. E viene portato alla Camera, stretto nell'abbraccio delle opposizioni, e buttato nella mischia come un novello Soumahoro. Il suo avvocato Francesco Romeo deposita l'atto, poi spiega: «L'inerzia del ministro della Giustizia, il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale e il decreto di espulsione del ministro dell'Interno, con l'immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all'arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine impedendo così la celebrazione del processo a suo carico».

Ecco così spiegata, almeno secondo il legale, l'accusa pesante di favoreggiamento che francamente si fatica a comprendere. Arriveranno altri esposti? E la procura finirà col diventare una buca delle lettere, gestita da legali, magari in accordo con i partiti che contrastano la maggioranza? Romeo tuona contro il volo di Stato e contro la presunta inerzia di Nordio. In parallelo, si susseguono le dichiarazioni bellicose dei leader delle minoranze. «Non siamo disponibili a riprendere i lavori in quest'aula - spiega la capogruppo del Pd a Montecitorio Chiara Braga - se non ci sarà una risposta adeguata alle richieste che anche oggi ribadiamo». «Il governo scappa - insiste Braga - e svilisce il ruolo del Parlamento Per questo non accettiamo il silenzio della presidente del consiglio che parla nei talk show degli amici ma non nelle sedi istituzionali». Insomma, deve essere Meloni a riferire alla Camera, come chiedono tambureggiando tutti i partiti del centrosinistra, dal Pd ai 5 Stelle, passando per Azione e Avs. «Le immagini che abbiamo visto in questi giorni nei centri di detenzione in Albania - conclude Braga - sono una vergogna. Ma in Albania abbiamo ascoltato le voci di persone che sono state torturate proprio per mano di quel generale». «Questo gigantesco pasticcio - aggiunge Nicola Fratoianni di Avs - è stato presentato come un cavillo. Però non è così, si tratta di complicità, di una scelta politica».

Ma Bruno Vespa ricorda che anche il governo Renzi scese a patti con Almasri. «I tecnici Bruno Cacace e Danilo Colonego, rapiti nel 2016, furono rimessi in libertà grazie alla milizia Rada di cui Almasri è il numero due».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica