Sinistra ridicola, smetta la crociata anti polizia

Quello che accade a Milano, nelle sue periferie prese in ostaggio da bande di immigrati di seconda generazione che sputano odio contro gli agenti in servizio e infangano le istituzioni, è a dir poco vergognoso

Sinistra ridicola, smetta la crociata anti polizia

Vorrei che si ponesse fine a questa crociata sfinente contro le forze dell'ordine che ci copre di ridicolo agli occhi del mondo e ci fa apparire deboli di fronte ai pericoli veri che nascondiamo in casa. Complice una sinistra che difende gli immigrati e alimenta le proteste di qualsiasi genere, purché siano contro il governo Meloni e incentivino la leggenda peregrina di un ritorno al fascismo, stiamo assistendo a una delegittimazione delle divise senza precedenti. Con il risultato che sempre più spesso poliziotti e carabinieri sono insultati, vituperati, messi alla berlina nelle strade, nelle manifestazioni pubbliche, persino sui muri delle nostre città.

Quello che accade a Milano, nelle sue periferie prese in ostaggio da bande di immigrati di seconda generazione che sputano odio contro gli agenti in servizio e infangano le istituzioni, è a dir poco vergognoso. E mi stupisce e scandalizza che un sindaco come Beppe Sala, tanto solerte nel ficcare il naso nelle beghe politiche nazionali e così voglioso di guadagnarsi un terzo mandato o una candidatura alle regionali, non abbia speso una parola per difendere i soli che garantiscono la sicurezza nella sua città tanto malamente governata: i militari appunto. Anzi li abbia messi in croce per il modo in cui hanno inseguito il giovane Ramy scappato a un posto di blocco e morto tragicamente durante la fuga folle nelle vie della città. Persino il vostro sindaco Gualtieri, subito dopo gli scontri di Roma di sabato scorso, ha solidarizzato con la polizia attaccata a San Lorenzo e costretta alla carica. Per il resto, a sinistra, è una gara sfiancante a chi la spara più grossa. E il risultato è quello di confondere l'opinione pubblica e instillare la convinzione che davvero ci sia qualcosa di sbagliato nell'operato delle divise.

Non so che piega prenderanno le indagini milanesi sul caso Ramy, sono però convinto che i carabinieri protagonisti dell'inseguimento abbiano agito nel rispetto del protocollo e animati dalla sola intenzione di fermare i due fuggitivi (entrambi con precedenti), perché forzare un posto di blocco è reato e di qui non si scappa. Forse sfugge a qualcuno. Ma nelle file della Polizia di Stato e dell'Arma operano uomini valorosi che per due soldi di cacio vanno a caccia di criminali mettendo a repentaglio la propria incolumità. 1400 euro lo stipendio netto di un carabiniere all'inizio della sua carriera. 2100 quello di un capitano. E non risulta che i poliziotti siano messi meglio (1250 euro nette un giovane alla prima esperienza). Le cifre sono state aggiornate (grazie al governo Meloni) e sicuramente vanno calcolate le indennità di servizio e gli extra, ma alla fine restano solo briciole. Chi metterebbe in bilico la propria vita per somme simili? Chi accetterebbe di entrare in vicoli di periferia che grondano degrado e paura e dove ormai qualunque pattuglia osi fare un sopralluogo viene circondata, braccata, insultata da una banda di facinorosi, pronti a tutto per impedire arresti, controlli, e il ripristino della legalità?

Non oso immaginare quanta rabbia serpeggi tra quei ragazzi e quelle ragazze in divisa che vedo destreggiarsi duramente ogni giorno per le strade di Milano come di Roma. Tengono in ordine le nostre città, ci proteggono mentre facciamo la spesa, lavoriamo, andiamo a scuola, passiamo la giornata a cazzeggiare. Costretti a vedersela con baby gang di ragazzi insolenti che svolazzano impuniti per le strade braccando coetanei e adolescenti indifesi. E a placare senzatetto fantasmi che un attimo chiedono la questua e quello dopo si trasformano in aguzzini capaci di ogni nefandezza. Però si grida contro il razzismo delle divise, addirittura si biascicano fastidio e disappunto per il calendario della Polizia di Stato che ritrae agenti coi manganelli e in divisa antisommossa. Siamo smemorati? O forse cretini? Quanti gesti eroici compiuti da questi servitori dello Stato sono finiti nelle pagine di giornale, talvolta relegati a un colonnino di cronaca, altre volte esaltati il tempo di un respiro! L'altro giorno un carabiniere ha salvato una ragazzina di 14 anni che si voleva gettare sotto un treno del metrò parlandole per 15 minuti come un padre amorevole. E ricorderete tutti il poliziotto di Milano che rischiò la vita a maggio per fermare la mano del clandestino che alla stazione di Lambrate dava di matto e tirava pietre ai passanti. La contropartita per lui è stata un arrivederci e grazie. Niente Ambrogino dalla sua Milano, nemmeno un euro di risarcimento dall'aggressore marocchino che ovviamente è nullatenente. Per non parlare dei cortei pro Pal, pro green, pro ciclabili, pro centri sociali, in cui poliziotti e carabinieri vengono derisi e sputacchiati da ragazzini insolenti nascosti dietro la kefiah - tantissimi gli stranieri è bene ribadirlo a chi predica integrazione e inclusione - che non sono in grado neanche di riconoscere la destra dalla sinistra e gridano slogan senza senso o inneggiano ad Allah solo per il gusto di far casino. L'abbiamo visto a Bologna e poi a Roma. Un unico sabato di guerriglia urbana tesa solo a gettare nello scompiglio le forze dell'ordine. Lanci di sassi e molotov, e poi cassonetti bruciati. Ma che deve fare un carabiniere o un poliziotto per campare? Farsi aggredire senza reagire? Guardare il reato e chiudere un occhio sul colpevole? Fermare le escandescenze di un clandestino con dolci parole e carezze a profusione? O sperare che porgendo cristianamente l'altra guancia metterà fine a coltelli e nefandezze? Se poi nel caos ci scappa il ferito o il morto innocente?

Meloni e il governo fanno bene a difendere la polizia. Ma la levata di scudi deve essere unanime, trasversale, imponente. Solo una sinistra ipocrita e inetta può pensare di mantenere alto l'onore e la sicurezza di un Paese accusando la polizia e i carabinieri e schierandosi ogni volta dalla parte di chi grida, bercia, getta fango sulle istituzioni. Non c'è Paese civilizzato dove succeda una simile sciocchezza.

Svegliamoci dunque o finiremo annichiliti nelle case, fra banlieue disperate e cittadini esausti che chiedono asilo in un altro Paese. Fuga sì, ma non di cervelli per salvarsi la pelle e vivere un'esistenza sicura e dignitosa.

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