Il day after del vertice di Palazzo Chigi sul salario minimo tra il premier Giorgia Meloni e le forze di opposizione si porta dietro il classico carico di polemiche. La linea dell'esecutivo non cambia. Al Cnel, guidato dall'ex ministro Renato Brunetta, sarà affidato il compito di elaborare una proposta da far camminare di pari passo con la prossima legge di bilancio. In realtà, il Cnel ha già depositato spunti e proposte in tema di salari alla commissione Lavoro della Camera. La mossa di Meloni serve però in questa fase a depoliticizzare il dossier e sottrarre a Schlein e Conte un'arma politica di propaganda.
La sinistra, spiazzata dal colpo di Meloni, cambia bersaglio e mette nel mirino il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone: «Dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi ci domandiamo se l'Italia ha ancora una ministra del Lavoro. Se tutto viene demandato al Cnel, istituzione prestigiosa e guidata da una personalità autorevole, di cosa continuerà a occuparsi la Calderone? Soltanto di nomine di sottogoverno? È chiaro che questa destituzione sul campo rischia di diventare l'alibi per sostituire la centralità del Parlamento, se non per avallare l'idea di una terza camera. La proposta sul salario minimo è quella in discussione alla Camera dei Deputati ed è l'unica in campo da cui partire», attaccano i deputati democratici della commissione Lavoro della Camera, Arturo Scotto, Emiliano Fossi, Chiara Gribaudo, Mauro Laus e Marco Sarracino.
Però, con l'ingresso di Brunetta nella partita, Meloni disinnesca anche eventuali fibrillazioni al governo con gli alleati. Nelle file della maggioranza, se Fdi ha un atteggiamento più dialogante, Forza Italia e Lega alzano le barricate, chiudendo a ogni ipotesi. Matteo Salvini non nasconde i dubbi: «Conto che non ci siano salari minimi ma stipendi buoni e lavori buoni per milioni di italiani». La scelta di coinvolgere il Cnel è, invece, apprezzata dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: «Valorizza un organo di rilevanza costituzionale che si occupa statutariamente di questo, strappando la futura normativa alle strumentalizzazioni politiche, agli estremismi ideologici e infine, ma non per ultimo, si dà mandato a un organo terzo altamente specializzato evitando che manine invisibili lavorino per il re di Prussia».
Le opposizioni incassano il colpo e provano a controbattere con la mobilitazione di piazza. Il Pd raccoglierà le firme a sostegno della proposta di legge sul salario minimo nei banchetti che verranno allestiti in tutte le feste di partito. L'intenzione di raccogliere firme per sostenere il provvedimento era stata annunciata eri alla fine del vertice con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Il M5s sta organizzando una manifestazione di piazza per fine agosto su reddito e salario minino. Dal fronte renziano arriva una proposta, che turba il relax dei parlamentari già in spiaggia sotto l'ombrellone: «Se davvero vogliamo trovare una soluzione chiede Renzi - si apra il Parlamento, si riapra anche ad agosto come avevo proposto, e venga la presidente del consiglio a portarci le idee del governo e noi diremo si o no sulla base di quello che pensiamo ma si faccia in Parlamento». Un brivido corre lungo la schiena dei deputati.
La senatrice Raffaella Paita ha consegnato la richiesta di convocare una sessione agostana (una settimana di lavoro) per discutere di salario minimo al presidente di Palazzo Madama Ignazio La Russa. Nulla da fare. L'ombrellone resiste. Per ora le vacanze sono salve.
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