Sarà il giurì d'onore a mettere la parola fine sulla «rissa», che tiene in scacco l'aula di Montecitorio per un'intera giornata, tra Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d'Italia, e il Pd. La Camera è riunita per approvare la legge che istituisce la commissione bicamerale antimafia. La vigilia però è segnata dalle tensioni che accompagnano il caso di Alfredo Cospito, l'anarchico detenuto al 41 bis in sciopero della fame contro il carcere duro. Il dibattito si infiamma quando dai banchi della maggioranza prende la parola Giovanni Donzelli, braccio destro del premier Giorgia Meloni e capo dell'organizzazione di Fdi. Negli stessi minuti a Palazzo Chigi i ministri Tajani, Nordio e Piantedosi incontrano la stampa per illustrare le decisioni assunte sul caso Cospito. La conferenza dei tre ministri passa in secondo piano. A Montecitorio si accende il fuoco. L'intervento di Donzelli è durissimo contro il Partito democratico, accusato di tenere un atteggiamento ambiguo sul caso Cospito: «Voglio sapere se la sinistra sta con lo Stato o con i terroristi che stanno con i mafiosi», affonda il colpo il meloniano. Tirando in ballo la visita dei parlamentari del Pd in cella dall'anarchico: «Il 12 gennaio 2023, Cospito, mentre parlava con i mafiosi, incontrava parlamentari come Serracchiani, Lai, Orlando e Verini che andavano a incoraggiarlo nella battaglia». Poi l'esponente di Fdi cita un episodio: «Dai documenti che si trovano al ministero della Giustizia, Francesco Di Maio del clan dei casalesi diceva, incontrando Cospito: Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato, che sarebbe l'abolizione del 41 bis. Cospito rispondeva: Dev'essere una lotta contro il 41 bis, per me siamo tutti uguali».
Qui il Pd dà in escandescenza: «Chiediamo un'informativa urgente e per chiarire le rivelazioni fatte in aula dal deputato di FdI», annuncia Simona Malpezzi. Il Guardasigilli Nordio dispone un'ispezione affidata al capo di gabinetto Alberto Rizzo.
Le rivelazioni di cui parlano i dem sono state anticipate dal Giornale il 30 gennaio nell'articolo in cui si fa riferimento a una relazione del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) sul patto tra mafiosi e anarchici per dare la spallata al 41 bis. Però la polemica è ormai partita. Nel caos si infila pure una resa dei conti tutta interna a Fdi tra Donzelli e Rampelli. Le opposizioni chiedono le dimissioni del deputato meloniano dalla vicepresidenza del Copasir. M5s e Terzo Polo vanno a rimorchio. Dal fronte della maggioranza Lega e Fi sembrano infastiditi dai toni usati da Donzelli. Matteo Salvini glissa: «Non mi interessano le beghe».
«Forse qualche parola sconveniente c'era anche nell'intervento dell'onorevole Donzelli e io non l'ho interrotto», sottolinea Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera di Fi che durante l'intervento di Donzelli guida i lavori dell'Aula. Il presidente Lorenzo Fontana autorizza il giurì d'onore, organo parlamentare che dovrà ora stabilire se le dichiarazioni di Donzelli siano state lesive dell'onorabilità dei parlamentari del Pd.
E precisa: «Nessun sindacato sulle parole pronunciate nell'Aula della Camera sul caso Cospito dai deputati, ma serve rispetto reciproco». Il Pd non ne vuole sapere e minaccia la denuncia. Il parlamentare di Fdi non cede alla richiesta di scuse avanzata dalle opposizioni e rilancia: «Pronto a difendermi». Si andrà davanti al giurì.
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