Sisma di magnitudo 4.4. Trema la Lombardia, la gente fugge in strada

Scuole evacuate a Lecco e in Brianza, attimi di panico a Milano. Controlli sulla linea Fs

Sisma di magnitudo 4.4. Trema la Lombardia, la gente fugge in strada

Milano. In un territorio fortemente sismico come quello italiano tutti temiamo il terremoto. Salvo ricordarci di questo fenomeno naturale (badate: non parliamo di tragedie, bensì solo degli episodi meno gravi, che non registrano ne feriti ne danni!) solo negli attimi inaspettati e drammatici in cui accade. Allora tratteniamo il respiro in attesa che quell'interminabile manciata di secondi passi il più velocemente possibile e, una volta ristabilito lo status quo e aver realizzato che non è successo nulla o quasi, ce ne dimentichiamo completamente.

Ieri però in Lombardia case e palazzi hanno tremato e tante persone, spaventatissime, sono scese in strada dopo che una scossa di terremoto di magnitudo 4.4 - con epicentro a Bonate Sotto (Bergamo), a 26 chilometri di profondità - alle 11.34 è stata avvertita oltre che nella Bergamasca anche a Milano, nell'hinterland, quindi a Como, a Pavia e in Brianza. Non si sono registrati problemi di alcun genere, ma il centralino dei vigili del fuoco è stato preso d'assalto soprattutto dopo che, tre minuti dopo la prima scossa di terremoto, una seconda, decisamente meno forte (la magnitudo per l'esattezza è stata la metà, 2.2) è stata poi registrata a una decina di chilometri dalla precedente, a Osio Sotto (Bg), stavolta a una profondità di 24,9 chilometri. Con diverse scuole evacuate, alcuni linee di treni interrotte per precauzione e il terrore che le scosse possano ripetersi nelle prossime ore.

«Ogni volta ribadiamo che non è possibile prevedere i terremoti e nemmeno le possibili repliche successive delle scosse sismiche. La Lombardia resta comunque una regione di sismicità media o comunque ridotta» spiega Rita Di Giovambattista, direttrice del Dipartimento terremoti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).

«I nostri cataloghi ci dicono che nel 1606 a nord est dall'epicentro di quest'ultima scossa ci fu un terremoto di magnitudo 4.9 - prosegue Di Giovambattista -. Molto più recentemente, nel 9 febbraio 1979, la magnitudo raggiunse quota 4.7 come già era accaduto nel 1961. L'ultimo terremoto avvertito in Lombardia risale esattamente a un anno fa, il 17 dicembre 2020. In quell'occasione l'epicentro del terremoto di magnitudo 3.9 era stato a 8 chilometri di profondità poco più a nord di Trezzano sul Naviglio (Mi)».

Ricostruendo quindi la sismicità storica vediamo che in Lombardia la magnitudo non ha mai superato la magnitudo 5: in Italia i terremoti solitamente fanno danni quando sono oltre quota 5.5.

«Il fatto di sentire più o meno le scosse è legato invece alla profondità: in questo caso 26 chilometri di profondità portano al coinvolgimento di percezione delle scosse in un'area piuttosto vasta» dichiara la direttrice del Dipartimento terremoti dell'Ingv. I cui esperti, attraverso il blog divulgativo Hai sentito il terremoto? chiedono alla popolazione di rispondere un questionario sulla loro esperienza con il sisma. «E stavolta il terremoto si è sentito piuttosto intensamente - conclude Rita Di Giovambattista -. Abbiamo constatato infatti che nell'area epicentrale è stato avvertito con una intensità di valore tra il sesto e settimo grado della scala Mercallin che è basata appunto su come è stato percepito il terremoto. Nelle regioni limitrofe invece si è arrivati al quinto grado. Dati questi confermati dalle mappe di scuotimento su cui sono riportati i valori strumentali di accelerazione».

E prima di concludere aggiunge: «Questo evento sismico non è stato da foreshock, non ci sono stati cioè scosse premonitrici di magnitudo, ma questo non indica nulla: dal momento che si tratta di eventi non pronosticabili, di un'area possiamo conoscere solo la storia sismica, non come evolverà il fenomeno. La prevenzione è l'unica unica arma in nostro possesso: conoscere la qualità degli edifici nei quali viviamo e metterli in sicurezza. Per tempo però, non quando la tragedia si è già verificata».

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