Elly Schlein scende in piazza contro TeleMeloni nella settimana del Festival di Sanremo dei record. E, ieri, proprio mentre Amadeus toccava il 65,1% di share, la segretaria del Pd era ospite del programma di Giovanni Floris, Ballarò, per attaccare il servizio pubblico. «Il tempismo non è certo il suo forte...», ha commentato chi era a piazza Mazzini ad ascoltare il suo discorso. A tal proposito il fedelissimo della Schlein, Marco Furfaro, parlando col Giornale, si è detto «molto felice» per il risultato di Sanremo e «speriamo che stasera faccia il 70%», ma «al netto del Festival è innegabile che la Rai abbia perso in termini di valore e ascolto». Anche il sit-in dem, però, non ha registrato un grande audience. Hanno partecipato poche centinaia di persone, perlopiù parlamentari dem. A «condurre» è stato il responsabile informazione Sandro Ruotolo che ha dato la parola anche al conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, presentato come neo-iscritto nelle «liste di proscrizione della Meloni». All'iniziativa hanno aderito anche l'associazione No bavaglio e Articolo 21 di Giuseppe Giulietti che ha definito «l'edito ungherese peggiore di quello bulgaro». Colpisce che in un sit-in dedicato alla libertà d'informazione la vicenda di Ilaria Salis sia stata sulla bocca della Schlein (e non solo) come se fosse colpa dei dirigenti Rai l'attivista italiana si trovi in carcere in Ungheria. La segretaria del Pd ha rivendicato l presenza di tanti esponenti degli altri partiti d'opposizione: da Angelo Bonelli a Nicola Fratoianni, passando per il radicale Riccardo Magi. Schlein ha ringraziato persino il segretario dei Socialisti Enzo Maraio, ma ha evitato accuratamente di citare le parlamentari di Italia Viva Maria Elena Boschi e Teresa Bellanova. Non una parola, ovviamente, neppure sul grande assente: il leder del Movimento Cinque Stelle ed ex premier Giuseppe Conte. I termini usati dalla segretaria dem per descrivere la Rai sono stati i soliti: «TeleMeloni» e «occupazione militare». Parole che stonano all'indomani della conferenza stampa in cui Amadeus e il co-conduttore della prima serata, il cantante Marco Mengoni, hanno intonato «Bella Ciao». Prima ancora che iniziasse il sit-in democratico, però, non sono mancati i contestatori. Marco Rizzo, fondatore di Democrazia Sovrana Popolare, ha fatto un'incursione per denunciare non solo la lottizzazione da parte del centrodestra, ma anche quella portata avanti nei governi precedenti di centrosinistra. Il popolo del Pd è stato molto poco democratico con l'ex deputato che è stato apostrofato da vari insulti come «sciacallo», «fascista» e «vaffa». Da segnalare anche il fatto che il sit-in del Pd sia stato preceduto da un altro organizzato dal neonato sindacato UniRai. «Siamo qui per ribadire il sacrosanto principio dell'autonomia professionale dei giornalisti.
Un principio che è evidentemente sotto attacco proprio perché ogni giorno assistiamo a prese di posizione da parte di esponenti politici che entrano nel merito della linea editoriale e delle scelte del singolo giornalista», dice il segretario Francesco Palese. Insomma, tutte le accuse che la Schlein ha rivolto al centrodestra sono state rivolte al Pd sia da un esponente di estrema sinistra come Rizzo sia da alcuni giornalisti Rai.
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