Brindisi - La lite è cominciata perché in casa c'era troppo chiasso, e a quanto pare anche la luce di uno smartphone impediva di riposare. Poi le urla. Fino a quando uno dei figli, un uomo di 27 anni, ha colpito il padre all'addome con un coltello da cucina: Franco Tafuro, 50 anni, è morto poco dopo in ospedale. È accaduto in un'abitazione alla periferia di Brindisi, dove la polizia nel giro di poco tempo ha ricostruito una tragedia assurda quanto feroce. Gli agenti hanno sottoposto a fermo l'assassino: lui, Antonio Tafuro, disoccupato che tira avanti con qualche lavoro saltuario, ha detto di aver ucciso per difendere il fratello quindicenne che era stato rimproverato. «È accaduto in contesto di assoluto degrado», dicono gli investigatori. I quali hanno fatto in gran parte luce sulle fasi dell'aggressione, avvenuta in un minuscolo appartamento in via Favia, quartiere Cappuccini, dove da tre mesi manca l'elettricità perché non viene pagata la bolletta.
Secondo quanto accertato finora il 50enne stava dormendo, ma si è svegliato a causa del chiasso; inoltre lo avrebbe infastidito la luce dello smartphone del quindicenne. È partito tutto da lì. E quella che sembrava una lite banale è ben presto degenerata e si è trasformata nella scintilla che ha innescato l'omicidio. Antonio Tafuro sarebbe intervenuto proprio dopo il rimprovero rivolto al fratello piccolo. E avrebbe colpito il padre con un fendente all'addome. In casa c'era anche la moglie, che ha tentato di soccorrerlo insieme agli altri: lo hanno portato all'esterno, adagiandolo su un piccolo balcone per tentare di farlo respirare meglio. Poco dopo è rincasata la figlia, ed è giunta l'ambulanza. Ma ormai non c'era più nulla da fare: troppo grave la ferita riportata dal 50enne, che è morto poco dopo.
Gli agenti sono arrivati rapidamente. Alcune pattuglie della polizia si trovavano in quella zona perché poco distante, sempre nel quartiere Cappuccini, era stata segnalata una sparatoria: diversi colpi di kalashnikov esplosi contro una palazzina. Nel giro di pochi minuti, invece, gli investigatori si sono ritrovati catapultati in un dramma familiare macchiato di sangue.
Sul posto anche il questore di Brindisi, Maurizio Masciopinto, e il sostituto procuratore Luca Miceli, che coordina gli accertamenti su alcuni aspetti da chiarire. L'assassino, interrogato per diverse ore, ha ammesso di aver ucciso ma ha sostenuto che il coltello era inizialmente impugnato dal padre e lui avrebbe tentato di disarmarlo. Ma nella colluttazione lo ha ucciso.
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