Un Sms per la paralisi cerebrale infantile

Raccolta fondi per aiutare le famiglie con bimbi affetti da questa disabilità

Un Sms per la paralisi cerebrale infantile

Ieri a Milano la Fondazione Ariel ha presentato il progetto «Intorno a me», in aiuto alle famiglie con bambini affetti da paralisi cerebrale infantile, e la campagna di raccolta fondi tramite Sms solidali, già attiva fino al 13 aprile al numero 45590.

«Quando nasce un bambino con queste disabilità è un dramma per tutta la famiglia - attacca Michela Vittoria Brambilla, onorevole di Forza Italia ed ex presidente della commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza -. E le famiglie spesso sono sole, o quasi, ci sono grandi buchi lasciati dallo Stato». Una casistica che fa venire i brividi pensando a quante mamme e papà devono affrontare una vita «molto difficile» che inizia con quella nascita tanto attesa: almeno un bimbo su 500 viene al mondo con «anomalie». Da quel momento sono guai grossi, a vari livelli. C'è da fare assistenza e quell'assistenza a livello familiare non c'è o scarseggia; il piccolo ha bisogno di tutto, terapie e riabilitazione, ma l'intervento magari si riduce a «tre sedute la settimana quando va bene - continua Brambilla - tre quarti d'ora a ogni incontro». Troppo poco. Servirebbe di più ma su questo fronte il servizio sanitario nazionale sembrerebbe in forte difficoltà, in ritardo rispetto ai programmi, aspettative deluse nonostante le parole delle campagne elettorali. E il nuovo ministero della Famiglia e le Disabilità? «Di quest'ultima parola, concetto, non si parla mai, ce lo siamo dimenticato», fa notare l'onorevole che lancia un quesito: «A oggi per le diverse disabilità, come la paralisi cerebrale infantile, che cosa si fa a livello politico?».

Non è certo un bel segnale che il Fondo nazionale infanzia e adolescenza sia sceso sotto i 30 milioni. «Basterebbe per una realtà come quella di Milano», conclude l'onorevole Michela Vittoria Brambilla. Che ieri era all'incontro per la campagna con Massimo Linares, presidente di Ariel, Nicola Portinaro, direttore scientifico della Fondazione e della clinica ortopedica dell'Università di Milano e il regista Maurizio Nichetti, art director della campagna. «Ariel opera da circa 15 anni - spiega il professor Portinaro -.

Assistiamo 3mila famiglie in tutt'Italia. La nostra è un'opera di counseling per i genitori. E questa campagna è un salto di qualità. Vogliamo passare all'assistenza e sostegno non più collettivi ma a beneficio dei singoli nuclei familiari».

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