Solidarietà da Mattarella e Draghi. È iniziata la caccia ai colpevoli

La presidente del Senato: ricordo il clima contro Berlusconi

Solidarietà da Mattarella e Draghi. È iniziata la caccia ai colpevoli

Una escalation di odio lunga un mese, lettere anonime, minacce di morte, scritte virulente e livorose, parole fuori controllo sui social. «Ammazziamo la Casellati», «voglio uccidere la Casellati», «spacchiamola». Il contenuto dei messaggi rivolti alla presidente del Senato sono di questo tenore, frasi violente rivolte alla seconda carica dello Stato che hanno costretto l'inquilina di Palazzo Madama a cautelarsi e a sporgere denuncia.

Il «messaggio» che l'ha colpita di più è un ritaglio di giornale, sempre relativo all'uso dei voli di Stato, con una scritta a pennarello: «Crepa». Una modalità dai contorni quasi cinematografici. Ai suoi collaboratori Maria Elisabetta Alberti Casellati ha detto che questa campagna di aggressione, questo clima pericoloso e irrespirabile le ha ricordato «l'odio sociale alimentato contro Silvio Berlusconi, una escalation culminata nel lancio della statuetta del Duomo» ai danni del Cavaliere.

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla denuncia presentata dal presidente del Senato. Nel procedimento, in base a quanto si apprende, si ipotizza il reato di minacce aggravate. Di certo la decisione di uscire allo scoperto ha acceso i riflettori sull'accaduto e fatto scattare le reazioni istituzionali e politiche. Una catena di solidarietà che sottende alla volontà ormai diffusa di sradicare il malcostume dell'insulto e della minaccia libera, ormai diventato la prassi su Internet. Ieri mentre Maria Elisabetta Alberti Casellati era Venezia a visitare gli stand del Salone nautico il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'ha chiamata al telefono per esprimerle la sua vicinanza e solidarietà personale. Lo stesso ha fatto una donna finita spesso nel mirino degli haters: la senatrice a vita Liliana Segre, presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio. «Purtroppo conosco bene l'argomento. Sono certa che questi anonimi vigliacchi, messaggeri di morte, non resteranno impuniti. So che è una donna forte e non si farà intimidire. Tutto il mondo politico deve sentire la responsabilità di unirsi per difendere la civiltà dei rapporti, il rispetto verso le donne che in ruoli diversi si impegnano nella vita pubblica, il rispetto verso le istituzioni». Nel pomeriggio arriva anche la telefonata del presidente del Consiglio Mario Draghi che esprime rammarico e manifesta tutta la sua vicinanza per le gravi minacce subite.

A questo punto tutto il mondo politico si attende una risposta da parte dell'autorità giudiziaria. «Le indagini siano approfondite, rapide ed efficaci, si tratta di un'offesa e di un atto di intimidazione a tutto il Parlamento», dice Pier Ferdinando Casini.

Una posizione simile a quella di un altro esponente che come lui ha trascorsi istituzionali importanti come Renato Schifani: «Le minacce minano le nostre istituzioni democratiche, questa escalation va combattuta». E se Giuseppe Moles chiede di fare «fronte comune contro un clima che va arginato», anche il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra invita alla mobilitazione per «fermare l'odio».

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