Sondaggi amari per Schlein. Dem inchiodati all'era Letta

Il Pd non cresce e resta fermo tra il 19 e il 20%. Neppure il salario minimo scalda gli elettori

Sondaggi amari per Schlein. Dem inchiodati all'era Letta
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I democratici oscillano tra il 19 e il 20%, in pratica la stessa percentuale che presero con Enrico Letta segretario. Segno che neppure la battaglia sul salario minimo ha scaldato i cuori di un elettorato t indifferente verso l'estate militante promessa dalla Schlein.«Il salario minimo, malgrado gli elettori (anche di centrodestra) siano d'accordo, non sembra un tema che favorisce il Pd. È difficile mobilitare gli elettori in estate», sentenzia il decano dei sondaggisti Renato Mannheimer, stupito dell'assenza della Schlein in occasione del voto in Aula: «Poteva essere una buona occasione per metterci la faccia dice l'esperto - anche perché, raramente, si è visto nella popolazione italiana una così forte percentuale di favorevoli in tutti gli schieramenti». Per ora, insomma, il rilancio del Pd non c'è stato e non avverrà di certo in pieno agosto, sebbene il salario minimo abbia, almeno in parte, riconnesso i dem con il sentiment dei degli italiani. Alzare questa bandierina, però, non sta portando i frutti sperati perché, come spiega Carlo Buttaroni di Tecné, è vero che la gran parte degli italiani sono favorevoli al salario minimo «ma è come dire che si è contrari alla guerra e, dunque, non si può ridurre a uno slogan un tema così importante». Il problema di fondo della strategia della neosegretaria del Pd è ben chiaro anche al presidente dell'istituto Piepoli, Livio Gigliuto: «Sin da quando è stata eletta, ha assunto un posizionamento di sinistra-sinistra che, inizialmente, l'ha fatta crescere e che le ha permesso di riprendersi i voti che erano spariti perché il Pd non aveva un'identità chiara. Ora, quindi, il Pd è di nuovo fermo al 20%, il suo zoccolo duro». E quel che sembrava il suo punto di forza, sta diventando il tallone d'Achille della Schlein. «Quando un leader assume la leadership grazie alla sua radicalità, allora purtroppo è condannato alla radicalità sempre», spiega Gigliuto che mette in evidenza come, a parte i temi civili, la Schlein non riesca a fornire agli elettori del Pd quelle posizioni nette che loro si aspettano. Il problema, dunque, è duplice: la Schlein inizia a perdere appeal anche tra gli elettori di sinistra, che per il momento ancora la seguono, e non sfonda al centro. «Il consenso di fiducia personale della Schlein è sceso dal 45%, dato relativo al giorno in cui è stata eletta, al 30%. Questo significa che lei piace solo al suo elettorato e poco altro», sentenzia Gigliuto. Giorgia Meloni, invece, ha successo perché adotta la strategia contraria: «Cresce perché, da quando è al governo, ha scelto di parlare al centro e agli elettori di Lega e Forza Italia», sottolinea il presidente dell'Istituto Piepoli. E che la luna di miele sia finita solo temporalmente lo dimostrano anche i dati sul centrodestra dell'istituto Tecné.

«Il governo è in ottima salute e i partiti che lo sostengono hanno percentuali superiori rispetto alle Politiche», dice Buttaroni che aggiunge: «Sul fronte interno, il governo si sta muovendo bene, ma soprattutto in politica estera l'esecutivo sta dando un'eccellente prova perché sia Meloni sia Tajani stanno svolgendo un ottimo lavoro». Anche Mannheimer promuove la premier: «La Meloni sta facendo delle operazioni di comunicazione eccellenti e il caso Zacki ne ha accresciuto la popolarità».

FCurr

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