Sospetti sugli "apparati" ostili dietro l'opposizione della Trenta a Salvini

Lo strappo della Difesa sulle politiche migratorie del Viminale. La preoccupazione di Salvini: "Non capisco se dietro ci sono le strategie dei militari..."

Sospetti sugli "apparati" ostili dietro l'opposizione della Trenta a Salvini

"Io non demonizzo nessuno". A Innsbruck, dopo il bilaterale con l'omologo tedesco Horst Seehofer, Matteo Salvini cerca di contenere le ingombrati parole di Elisabetta Trenta. L'intervista rilasciata ad Avvenire ha creato nuovi attriti nel governo esponendolo pericolosamente alle scorribande dell'opposizione. E, per quanto il ministro dell'Interno cerchi di minimizzare l'accaduto assicurando la compattezza dell'esecutivo, restano in chiaro le molteplici spaccature intestine che rischiano di frenare le politiche migratorie del leghista. Anche perché, secondo un retroscena pubblicato oggi dal Corriere della Sera, dietro lo strappo della titolare della Difesa potrebbe esserci molto di più. Anche "apparati ostili" che puntano a mettere i bastoni tra le ruote a Salvini.

Accoglienza, porti aperti e organizzazioni non governative. A rileggere l'intervista della Trenta ad Avvenire non c'è una sola parola in linea con il Salvini pensiero. tanto per cominciare, il ministro della Difesa è è profondamente convinta che la strada maestra per regolamentare l'immigrazione non sia chiudere i porti: "La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta". In secondo luogo chiede al governo di assicurare asilo a chi fugge dalla guerra e di garantire un lavoro a chi sbarca in Italia. "Ho guardato cento volte le foto di migranti e ho pensato sempre una cosa - dice - una famiglia che mette un figlio su un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata". Infine, le Ong. Anche per loro la Trenta si spertica in dichiarazioni forzatamente buoniste. "Dico basta a una eccessiva demonizzazione che non mi convince e non mi piace - conclude - ci sono una maggioranza di organizzazioni luminose".

In chiaro Salvini minimizza, prova a ricucire, guarda avanti. Ma l'intervista rimbalza su tutti i quotidiani poche ore prima che il ministro leghista l'omologo austriaco Herbert Kickl e il tedesco Horst Seehofer. Così facendo la Trenta dà un pesante segnale di divisione interna che indebolisce la posizione dell'Italia. "Non ho capito se dietro la sua presa di posizione ci sono le strategie dei militari, di qualche ammiraglio della Marina e magari anche della Guardia Costiera, che è di competenza delle Infrastrutture...", sbotta Salvini ricordando come già nei giorni scorsi, quando sarebbe dovuto partire per la Libia, gli attriti con l'intelligence lo avessero spinto a non volare a Tripoli sull'aereo messo a disposizione dei servizi segreti. "Qualcuno si diletta a strumentalizzare le mie parole nel tentativo di metterci l'uno contro l'altro", cerca di tagliare corto la Trenta quando ormai la polemica è esplosa.

"All'interno di questo governo - scrive su Facebook prima di volare al vertice della Nato a Bruxelles - come è naturale che sia, possono esserci sensibilità diverse, ma remiamo tutti nella stessa direzione". I continui distinguo, però, fanno pensare l'esatto contrario.

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