La Spagna azzarda e riapre. Berlino riparte dalle scuole

Sanchez: "Non è finita, ma via libera a fabbriche e cantieri", ok della Merkel per medie e superiori

La Spagna azzarda e riapre. Berlino riparte dalle scuole

C'è una priorità che accomuna i Paesi di tutto il mondo: far ripartire l'economia. Il prima possibile. Si rischia e si incrociano le dita. Perchè l'equilibrio tra la tutela della salute e la sopravvivenza dell'economia messa a dura prova dal lockdown è diventata per tutti una priorità. È in quest'ottica che il governo spagnolo ha scelto, nonostante tutto, di rialzare le saracinesche. Gradatamente, ma già ieri la macchina produttiva del Paese è ripartita, nonostante lo scetticismo della comunità scientifica, di alcuni sindacati e dei governi regionali di Barcellona e Madrid.

Ma si riparte. I lavoratori di alcuni servizi non essenziali, come l'edilizia o l'industria, sono tornati al lavoro, dopo due settimane di paralisi quasi totale dell'economia grazie anche al calo record di decessi. Nelle ultime 24 ore il Paese ha registrato 517 vittime (il totale è 17.489). Il governo ha ribadito che la Spagna si trova ancora in fase di confinamento, ma la maggior parte della popolazione continuerà a restare a casa, le scuole resteranno ancora chiuse come in Italia, così come la ristorazione. Saranno soltanto attivate alcune attività economiche paralizzate con il cosiddetto decreto d'ibernazione economica. «Abbiamo tutti voglia di tornare sulle strade, ha spiegato il premier Pedro Sanchez, ma il nostro desiderio ancora più grande è di vincere la guerra ed evitare una ricaduta», avvertendo che il Paese «è ancora lontano dalla vittoria».

Il governo ha già predisposto la distribuzione di 10 milioni di mascherine nei mezzi di trasporto pubblico ed è stato pubblicato un protocollo di buone pratiche per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Stesso atteggiamento ottimista anche in Germania che ieri registrava il terzo giorno di rallentamento dei contagi, e i guariti sono oltre la metà delle persone che si sono ammalate, e comincia a discutere la riapertura delle scuole prevista tra qualche settimana, e a scaglioni, cominciando con gli studenti più grandi.

Ci sono già delle proposte, una sorta di piano formulato in un rapporto di 19 pagine elaborato dall'Accademia nazionale della Leopoldina, che la stessa cancelliera Angela Merkel ha indicato come la base per la «road-map» di un possibile ritorno alla normalità della vita pubblica per un allentamento delle misure restrittive anti coronavirus: obbligo di mascherine sugli autobus e nei treni, un aumento delle capacità ricettive delle strutture sanitarie, il ricorso a specifiche app per tracciare gli spostamenti dei cittadini. «Oltre alle misure è necessario mostrare ai cittadini anche una prospettiva ottimista», ha spiegato Gerald Haug, il presidente della Leopoldina.

Anche la Repubblica Ceca si prepara ad allentare le restrizioni nel giorno in cui è stata superata la soglia dei 5mila contagi, con 91 morti totali. Il ministro della Sanità Adam Vojtech ha spiegato che il Paese è riuscito ad evitare una diffusione incontrollata del virus e «per questo possiamo preparare un graduale e controllato ritorno alla normalità». La Repubblica Ceca aveva sigillato i confini ad eccezione del traffico merci e chiuso ristoranti e scuole.

Anche l'Austria prevede di ripartire oggi con l'apertura dei piccoli negozi. La Danimarca si spinge oltre e dalla prossima settimana riaprirà asili e scuole, se i casi di coronavirus rimarranno stabili.

La settimana successiva seguirà la Norvegia con l'apertura degli asili.

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