Speranza sapeva del report sparito. E i vertici dell'Oms scaricano Guerra

"Ghebreyesus all'oscuro di tutto", il direttore vicario finisce nell'angolo e minaccia querele. Ma in una lettera all'autore del documento diceva: "Il ministro è pronto a dare l'ok al testo"

Speranza sapeva del report sparito. E i vertici dell'Oms scaricano Guerra

L'Oms prende le distanze da Ranieri Guerra, che passa al contrattacco e minaccia querele contro «la pubblicazione di atti e documenti ritenuti gravemente lesivi dei suoi diritti e della sua reputazione personale e professionale». Tutto ruota intorno al famoso report An Unprecedented Challenge del maggio 2020 che inguaiava l'Italia, sparito dopo 24 ore su pressioni dello stesso Guerra, ripescato solo a settembre da Robert Lingrad, consulente del team di legali delle vittime della Bergamasca guidato da Consuelo Locati e finito nell'inchiesta per epidemia colposa, che vede Guerra indagato per «false dichiarazioni ai pm» di Bergamo.

Un giallo in salsa giudiziaria che potrebbe costare caro al ministro della Salute Roberto Speranza. Alcune sue dichiarazioni ai pm non collimano con le chat tra Guerra e il portavoce del Cts Silvio Brusaferro (non indagato, al momento) e il capo di gabinetto di Speranza, Goffredo Zaccardi, oggetto anche della puntata di Report di ieri sera e contenute in una rogatoria che i magistrati guidati da Antonio Chiappani hanno mandato a Ginevra per capire cosa sapesse realmente Speranza di quel report. «Era indifferente», disse il ministro in quota Leu ai magistrati; «Non è mai stato trasmesso al ministero della Salute, che quindi non lo ha mai né valutato, né commentato», scrisse l'ufficio stampa a un collega che ne chiedeva conto. Dalle chat in mano ai pm - tra le quali potrebbero esserci anche quelle tra Speranza, Brusaferro e lo stesso Zaccardi, peraltro finora inutilizzabili ai fini processuali prima dell'eventuale ok del Parlamento - emergerebbe l'esatto contrario. Anzi, Speranza sapeva dell'esistenza del report prima che uscisse a maggio. Il 14 aprile 2020, in una lettera a Francesco Zambon, coordinatore della squadra di ricercatori di Venezia, che ha lasciato l'Oms dopo aver segnalato indebite pressioni sul suo lavoro, Guerra infatti scriveva: «Ministro Speranza e ministro Pisano (allora alla Pubblica amministrazione, ndr) pronti a dare l'ok, ti ho aperto un'autostrada sulla narrazione ma bisognerebbe condividere con Speranza un indice più aggiornato».

Insomma, altro che report indipendente, secondo Guerra andava «condiviso» con il governo. Tanto che Zambon commenta all'Adnkronos: «L'Oms si guardi dentro per migliorare la sua indipendenza». Così non fu, nel report la gestione italiana della pandemia venne definita «caotica e creativa» e anche l'Oms uscì a pezzi per gli errori nel tracciamento dei positivi. E infatti il documento sparì per mesi. Dalle carte dell'inchiesta sembrerebbe che Speranza ne fosse a conoscenza, ma non lo disse mai ai giornalisti. Una bugia che potrebbe costargli le stesse accuse contestate a Guerra, «scaricato» proprio ieri dall'Oms: «Il direttore generale Tedros Ghebreyesus non è stato coinvolto nello sviluppo, nella pubblicazione o nel ritiro del rapporto, pubblicato prematuramente». Adesso i destini di Guerra e Speranza dipendono l'uno dall'altro. Simul stabunt aut simul cadent.

Sul mancato piano pandemico invece a rischiare di più potrebbero essere Guerra, gli ex ministri Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin e i vertici del ministero della Sanità dal 2014 a oggi, responsabili per non aver aggiornato il piano nonostante direttive Ue e obblighi Oms. Chissà quante vite si sarebbero potute salvare.

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