Comodini, letti e spionaggio. Il tribunale di Versailles, in Francia, ha condannato Ikea, il solosso svedese dell'arredamento, a pagare oltre un milione di euro tra multe e risarcimento danni a causa di una massiccia campagna di spionaggio ai danni di rappresentanti sindacali, dipendenti e alcuni clienti. Quindici gli imputati nel processo a carico di Ikea France: due sono stati condannati a pene detentive sospese e multati, mentre altri 13 imputati nel processo sono stati assolti oppure condannati con sospensione della pena.
Il dirigente ex responsabile della gestione del rischio Jean-François Paris, ha ammesso davanti ai giudici francesi che Ikea France stanziava ogni anno da 530mila a 630mila euro l'anno per operazioni di spionaggio. Paris, l'unico funzionario ad aver ammesso l'azione illegale, ha affermato che il suo dipartimento era responsabile della gestione dell'operazione su ordine dell'ex CEO di Ikea France Jean-Louis Baillot. Paris è stato multato di 10mila euro e condannato a 18 mesi con sospensione della pena. Baillot, che ha negato di aver ordinato un'operazione di spionaggio, è stato multato di 50mila euro e condannato a due anni con sospensione della pena. Un altro ex amministratore delegato di Ikea France è stato assolto per mancanza di prove.
I giudici hanno dato credito alle accuse dei sindacati secondo i quali Ikea France raccoglieva dati personali con mezzi fraudolenti, in particolare tramite file di polizia ottenuti con pagamenti illegali riguardanti in particolare attivisti sindacali e clienti che erano in conflitto con Ikea, e divulgava illecitamente informazioni personali. Gli avvocati di Ikea France hanno negato che la società avesse una strategia di «spionaggio generalizzato». Un avvocato dei sindacati, Solene Debarre, ha espresso la speranza che il verdetto faccia «tremare alcune aziende. Un milione di euro non è molto per Ikea, ma è un simbolo». Da parte sua Abel Amara, un ex dipendente del colosso svedese che ha contribuito a smascherare l'illecito, ha definito la sentenza «un grande passo in difesa dei cittadini. Mi fa piacere che ci sia giustizia in Francia».
L'avvocato di Ikea France, Emmanuel Daoud, ha affermato che la società non ha deciso se presentare ricorso sostenendo che il caso è stato caratterizzato da una mancanza di prove concrete, e notando che le multe comminate sono state molro al di sotto del massimo possibile. «La corte ha tenuto conto del piano d'azione che Ikea ha messo in atto dopo la rivelazione dei fatti, nel 2012. È molto soddisfacente», ha detto Daoud.
La società ha licenziato quattro dirigenti e ha cambiato politica interna dopo che i pubblici ministeri francesi hanno aperto l'indagine penale nel 2012.
La società deve anche affrontare potenziali danni da cause civili separate presentate da sindacati e 74 dipendenti. La filiale francese di Ikea conta più di 10.000 impiegati in 34 negozi, un sito di e-commerce e un centro di assistenza clienti.
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