Si apre un varco nel muro alzato dal centrodestra contro una legge elettorale proporzionale. È uno spiraglio che potrebbe far partire il confronto anche tra i partiti di centrodestra sull'ipotesi di archiviare il Rosatellum per le elezioni politiche nel 2023. Ufficialmente la posizione del centrodestra, tranne alcuni distinguo in Forza Italia (l'ultimo del ministro Renato Brunetta), è la difesa a oltranza del maggioritario. Ma si ragiona su un modello che superi l'attuale sistema elettorale. Un proporzionale con premio di maggioranza e vincolo di coalizione. È la novità che potrebbe spingere Fdi e Lega a sedersi al tavolo per la riforma elettorale. Un compromesso.
In concreto la bozza è un modello proporzionale con piccolo premio di maggioranza da assegnare sia alla Camera sia al Senato (anche se al Senato i seggi si assegnano su base regionale), con un listino bloccato, alla coalizione o al partito che arriva primo. Un listino corto, da un minimo di 6 seggi a un massimo di 10, che scatterebbe per la lista o coalizione che si piazza prima. Il secondo correttivo, per neutralizzare le degenerazioni del proporzionale da Prima Repubblica, sarebbe il vincolo di coalizione: ossia l'inserimento dell'obbligo per i partiti di collegarsi, prima del voto, a una coalizione. Su questo punto non c'è consenso unanime. Per il resto l'impianto resterebbe proporzionale con la cancellazione dei collegi maggioritari e la liquidazione del sistema elettorale in vigore. Il Rosatellum è per il 61% proporzionale, il 37% maggioritario mentre il 2% è riservato al voto delle circoscrizioni estere. Il proporzionale con il doppio correttivo potrebbe spingere il centrodestra ad aprire una riflessione.
Il tema è ormai sul tavolo: le forze politiche si posizionano. Dal fronte Pd, Enrico Letta esce allo scoperto: «Penso che l'attuale legge elettorale sia la peggiore che abbiamo, quindi se in Parlamento ci saranno una maggioranza e le condizioni per cambiarla, io sono solo felice. Però io non ho mai pensato che la legge elettorale sia il toccasana dei problemi politici. I problemi politici si risolvono politicamente». La spinta verso il proporzionale arriva anche dal ministro del Lavoro Andrea Orlando: «Sono convinto che dobbiamo superare il quadro di regole che ha prodotto coalizioni sulla carta che poi non si sono trasformate in coalizioni di governo se non in rare eccezioni o periodi limitati. Credo che sia importante quindi lavorare per costruire un sistema con un impianto più fortemente proporzionale».
La difesa del maggioritario è affidata a Fdi: «Qualche caporale del centrodestra getta la maschera e ammette di rimpiangere il proporzionale per superare il bipolarismo bastardo. Rinnegare il bipolarismo, che è tratto costitutivo del centrodestra è grave» - avverte il parlamentare Fdi Andrea Delmastro. La discussione è aperta. Si parte dal testo Brescia: un proporzionale secco con sbarramento al 5 %.
Una proposta che ha un percorso in salita. Troppi i veti. Iv chiede l'inserimento delle preferenze. Leu l'abbassamento della soglia di sbarramento. Fdi e Lega sulle barricate contro il proporzionale. La mediazione è l'obiettivo finale.
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