Da tempo si vocifera della ricostituzione di un partito formato per lo più da cattolici e basato sulle istanze tipiche del centrismo. Il fine è quello di non far scomparire quell'area, adesso considerata minoritaria, dal palscoscenico politico italiano.
Nella mattinata di oggi, La Repubblica ha svelato l'esistenza di una strategia, che sarebbe promossa pure dalla Cei, incentrata sull'accelerazione di questo processo. L'ora, insomma, sarebbe giunta. Tant'è che è stato un vescovo, monsignor Gastone Simoni, che era incaricato nella diocesi di Prato, a parlare di "rinnovato impegno" e dell'imminenza di una proposta concreta. Il modello di riferimento, manco a dirlo, sarà il Partito popolare, nella versione fondata da don Luigi Sturzo nel 1919. Ma c'è di più.
L'iniziativa sarebbe sostenuta in via diretta dalla Confereza episcopale italiana e persino dalla segreteria di Stato del Vaticano, nella persona del cardinale Pietro Parolin. La sensazione è che si voglia dar vita a una sorta di Democrazia Cristiana 2.0, in grado di porre un argine all'avanzata dei cosiddetti populismi. Un contenitore, insomma, dove esponenti politici laici, ma di fede cattolica, possano declinare i dettami promossi dalla dottrina sociale della Chiesa.
La base di partenza sarebbe rappresentata dall'associazione 'Insieme', la cui forma giuridica sarebbe formalmente destinata a evolversi in quella di partito. C'è, però, chi ha già manifestato aperta contrarietà.
Sul Secolo Trentino sono state elencate cinque ragioni per cui la fondazione di un rinnovato schieramento cattolico sarebbe addirittura 'disastrosa', mentre Ivano Tonoli, segretario politico dell'Unione cattolica ha rivendicato il ruolo della formazione che presiede.Le tempistiche, in ogni caso, potrebbero essere già state determinate: il "partito dei cattolici" potrebbe nascere all'inizio del prossimo anno.
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