Stacchio, la vedova del rom occupa casa illegalmente

La moglie del bandito ammazzato dal benzinaio abita in un appartamento popolare: «Ho 5 figli, ne ho diritto»

Marino SmiderleIl marito ha avuto un incidente mortale sul lavoro e la vedova, insieme a quattro dei cinque figli, chiede, anzi, si prende, un appartamento dell'Ater. Messa così, l'occupazione palesemente illegale da parte di Cristina Albini di un appartamento al primo piano di una palazzina di Fontanelle (Treviso), potrebbe avere un fondamento «etico», per usare un parolone. Se non fosse per il particolare tipo di lavoro e per il particolare tipo di incidente del marito. Sì, perché il consorte, Albino Cassol, era il rapinatore ucciso a Nanto (Vicenza) dal benzinaio Graziano Stacchio durante l'assalto alla gioielleria Zancan poco più di un anno fa. Le colpe dei padri non ricadono sui figli, così come le colpe dei mariti non ricadono sulle mogli. Quello che è certo è che la vedova Cassol, dopo una vita passata al campo nomadi, ora vuole un tetto a spese dello Stato. Le entrate garantite dall'attività professionale del marito non ci sono più e in roulotte con i figli non può e non vuole più vivere. Quindi, scartando l'ipotesi che arrivi una rapida sentenza che condanni Stacchio al risarcimento del danno (anche se in Italia c'è da aspettarsi di tutto), Cristina Albini si è fatta giustizia da sola. Da mercoledì scorso abita con quattro dei cinque figli (il più grande ha 19 anni, il più piccolo non ha ancora compiuto un anno) in un piano terra di proprietà dell'Ater a Fontanelle. Come ha fatto a ottenerlo? Semplice, è entrata da una finestra e si è barricata dentro. Trattasi di un appartamento ancora da completare. Per essere chiari: dentro non c'è niente. Non c'è l'energia elettrica, non c'è l'acqua, non c'è il riscaldamento. Ma per la signora evidentemente è una soluzione preferibile alla roulotte. «Vado via solo se il sindaco e il presidente dell'Ater mi garantiscono che fra venti giorni mi daranno un alloggio - ha spiegato la vedova -. Altrimenti resto qui. Non ho alcuna intenzione di rimettermi a compilare scartoffie per la graduatoria». Già, la graduatoria. Con questa occupazione illegale la signora si è messa in cima all'elenco, in barba ai requisiti richiesti. Confidando, probabilmente, di vedere presto riconosciuti quei diritti che, in teoria, dovrebbero andare di pari passo con i doveri. Il sindaco di Fontanelle, Ezio Dan, ha tentato di far presente alla signora che si sta cacciando in un mare di guai. «Non ho certo paura delle denunce - ha replicato la donna - e lo so che c'è tanta gente che mi vuole male per via di quel che è successo un anno fa. Mi sono denunciata da sola ai carabinieri e se esco di qua vengo a dormire in Comune dove darete a me e ai miei figli un pasto a mezzogiorno e sera». Negli ambienti di Albano Cassol, come sa molto bene il benzinaio Stacchio, i codici sono sempre stati interpretati piuttosto liberamente. «La legge - ha dichiarato la vedova al Gazzettino - dice che in caso di occupazione con minori il sindaco dopo 48 ore deve garantire tutti i servizi. Sono qui da tre giorni, avrei potuto denunciarlo ma ho preferito non farlo». Cioè, lei infrange la legge occupando l'alloggio ma la colpa è del sindaco.

Come quando al campo nomadi Stacchio era dipinto come un assassino e Cassol una vittima innocente che per caso era finito in mezzo a una rapina. «Io mi preoccupo dei bambini - dice Ezio Dan, sindaco leghista di Fontanelle -. Ho parlato con lei e mi ha detto che non vuole far vivere le creature in roulotte. La capisco, ma non è questo il modo di agire».

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