Stallo sul negoziato di pace. Mosca cerca la sponda Usa: il tavolo sulle armi atomiche

Per il trattato New Start colloqui al Cairo di una settimana. Ma Kuleba chiede a Blinken una fornitura di razzi Patriot

Stallo sul negoziato di pace. Mosca cerca la sponda Usa: il tavolo sulle armi atomiche

New York. Per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina Stati Uniti e Russia hanno deciso di incontrarsi per nuovi colloqui sul trattato New Start riguardo la riduzione degli arsenali nucleari.

Dopo il bilaterale ad Ankara tra i vertici dell'intelligence dei due Paesi è quindi in vista un altro appuntamento tra gli inviati di Washington e Mosca sul nucleare, i quali - come ha annunciato il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov - si vedranno dal 29 novembre al 6 dicembre al Cairo nell'ambito della commissione bilaterale che sovrintende all'applicazione del New Start. Il trattato, che è stato prorogato di cinque anni nel febbraio dell'anno scorso durante le prime settimane della presidenza di Joe Biden, richiede che entrambi i Paesi consentano ispezioni dell'altra parte delle proprie strutture relative alle armi nucleari. Tali ispezioni sono state interrotte nel marzo 2020 a causa della pandemia di Covid, ma ad agosto Mosca ha sospeso la sua cooperazione ai sensi del trattato dando la colpa alle restrizioni ai viaggi imposte da Washington e dai suoi alleati per l'invasione russa dell'Ucraina. «Abbiamo chiarito che le misure imposte a seguito della guerra non impediscono agli ispettori russi di condurre ispezioni come previsto dal New Start negli Usa - ha spiegato il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price - Quindi speriamo che l'incontro della commissione ci permetta di proseguire». Price ha precisato poi che «le sanzioni e le misure restrittive americane sono pienamente compatibili» con il trattato. I funzionari Usa ritengono uno sviluppo positivo il fatto che Mosca abbia continuato a manifestare interesse per il New Start nonostante le allarmanti minacce atomiche di Vladimir Putin negli ultimi mesi del conflitto. Si tratta di un secondo segnale, dopo l'incontro del capo della Cia William Burns con la controparte russa Serghei Narishkin di lunedì, in seguito al quale il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ricevuto informazioni dal suo capo dell'intelligence che le parti si asterranno dall'uso di armi nucleari. E lo stesso Erdogan, inoltre, ha dichiarato di contare sulla continuazione degli incontri in Turchia dei vertici delle due potenze.

Intanto, sul fronte delle possibili trattative tra Mosca e Kiev, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha affermato che «una cosa è chiara, la parte ucraina non vuole alcun negoziato», ma Washington «è in grado di esercitare un'influenza su Kiev, rendendola più flessibile, se lo desidera». Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, da parte sua, ha parlato al telefono con il segretario di stato americano Antony Blinken, tornando a chiedere nuove armi all'amministrazione Biden. Su Twitter ha spiegato di aver ringraziato gli Usa per la loro «assistenza militare cruciale», sottolineando però che «la consegna dei sistemi di difesa anti-aerei debba velocizzarsi». I sistemi missilistici Nasams «hanno già dato prova della loro efficacia e sono anche convinto che sia giunta l'ora dei missili Patriot», ha aggiunto. Dopo aver rifornito per mesi le forze di Kiev, però, gli Stati Uniti sarebbero «a corto» di armi e munizioni, secondo quanto riferito da tre funzionari alla Cnn.

Anche se il Pentagono ha sempre assicurato che le scorte Usa sono rifornite, e qualche giorno fa ha annunciato di aver aggiudicato contratti per un valore di oltre 520 milioni di dollari al gigante della difesa Lockheed Martin per sostituire i sistemi missilistici inviati in Ucraina.

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