Annalena Baerbock o il fuoco di paglia. Anche la candidatura della co-presidente dei Grünen a cancelliera è il frutto di un lungo braccio di ferro con l'altro co-presidente degli ecologisti, Robert Habeck. Un duello di segno contrario a quello registrato fra Cdu e Csu. Robert e Annalena sostengono per settimane l'uno la candidatura dell'altra ma alla fine si accordano sul nome di lei: i Verdi d'altronde presentano capolista donne in ogni Land e una donna è tanto più necessaria per reclamare la poltrona di Angela Merkel. Prima però di arrivare alla testa del governo federale la cancelliera venuta dall'est è stata due volte ministra con Helmut Kohl, poi capogruppo della Cdu e leader dell'opposizione. Annalena invece si è presto rivelata per quel che è: un'apparatcik ecologista, preparata su tutte le materie, sempre pronta a sfoderare un sorriso gentile quanto assolutamente priva di esperienza. A differenza del collega Habeck, due volte titolare dell'Ambiente in un Land settentrionale, Baerbock non ha mai amministrato un singolo circondario tedesco.
Non stupisce che la quarta economia globale bruci in pochi giorni il sogno della sorridente quarantenne di Hannover di diventare cancelliera in virtù di una ventata di novità che in Germania pochi reclamano. E a poco sono serviti i cartelloni elettorali in cui Baerbock appariva sempre accompagnata dal più spendibile Habeck. Annalena ci ha poi aggiunto del suo scivolando sulla ricorrente buccia di banana di tanti politici tedeschi: il plagio letterario. La professione del politico in Germania è un lavoro intellettuale: in molti preparano la carriera da ministro cercando di ottenere un titolo dottorale, altri scrivono un libro; in troppi scopiazzano ora la tesi ora il saggio. Un piccolo errore di rendicontazione fiscale e una tenace campagna di fake news (a probabile firma russa) sui social hanno fatto il resto.
Così Baerbock, che il giorno dopo la discesa in campo puntava dritta alla poltrona di cancelliera, oggi deve accontentarsi di un terzo posto dietro a socialdemocratici e moderati. Un risultato comunque sostanzioso per i Grünen che quattro anni fa avevano ottenuto l'8,9% dei voti e oggi sono intenzionati a tornare in quella stanza dei bottoni lasciata nel 2005, quando Merkel prese il potere.
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